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Se per fare un’auto ci vuole il cocco

(Rinnovabili.it) – Nel mercato automobilistico c’è chi spinge sul full electric, come Renault, chi punta tutto su un’ampia gamma di veicoli ibridi, come Toyota, e chi si guadagna l’etichetta di eco-compatibilità dotando la propria flotta di un sistema propulsivo dai bassi consumi (e quindi dalle basse emissioni) come Fiat che, con la sua media di 126 grammi di CO2 per km, è capolista nella classifica How Clean are Europe’s Cars. C’è poi chi fa dell’intero ciclo di vita dell’auto il proprio fiore all’occhiello, accostando allo sforzo compiuto per il miglioramento delle emissioni una ricerca continua di materiali costruttivi innovativi e sostenibili. E’ il caso dell’americana Ford, ormai da anni dedita ad una strategia di “Recupero, Riutilizzo, Riciclo” che le ha permesso di sperimentare resine riciclate nei componenti strutturali, estratti della soia per i rivestimenti dei sedili e scarti dell’industria tessile nella tappezzeria. Il risultato? Circa l’85% dei materiali usati in un’auto Ford è riutilizzabile e il 95% di tutti i veicoli ritirati ogni anno è processato per il riciclo. La compagnia americana, insieme alla Scotts Miracle-Gro Company, sta ora sperimentando l’uso della fibra di cocco per sostituire i tradizionali componenti derivati ​​dal petrolio e rafforzare gli elementi di plastica.

La Scott Miracle-Gro è una società statunitense specializzata nella manutenzione di parchi e giardini che utilizza nelle sue attività circa 35.000 tonnellate di fibra noce di cocco ogni anno; queste fibre naturali trattengono, infatti, il 50% d’acqua in più rispetto al terriccio tradizionale rilasciandola quando le piante ne hanno più bisogno. Molti “gusci” di cocco finiscono però nei rifiuti per problemi di qualità; un contro che avvantaggia invece la compagnia automobilistica. Proprio a partire dalle fibre scartate gli ingeneri della Ford riescono a produrre la speciale plastica rinforzata con cui realizzare i rivestimenti delle porte e dei sedili, la console centrale e anche i substrati della sottoscocca. “Si tratta di una è una situazione win-win. Stiamo prendendo un materiale proveniente dai rifiuti di un altro settore e impiegandolo per aumentare la sostenibilità nei nostri veicoli”, ha commentato Ellen Lee, esperto tecnico per la ricerca delle materie plastiche presso Ford. “Il nostro obiettivo è continuare a cercare tecnologie rinnovabili innovative in grado di ridurre sia la nostra dipendenza dal petrolio che i consumi”.

 

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