(Rinnovabili.it) – E se le abitazioni di domani fossero “commestibili”? L’idea sembra uscita direttamente dalla fiaba di Hansel e Gretel, eppure non è così peregrina. A renderla più concreta è oggi un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze industriali presso l’Università di Tokyo. Il team, guidato da Yuya Sakai, ha trasformato alcuni scarti alimentari in nuovi biomateriali da costruzione; con il dichiarato obiettivo di ottenere non solo prodotti validi dal punto di vista funzionale ma anche “saporiti”.
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Una premessa alquanto assurda ma che ha portato a risultati concreti, pubblicati negli atti del 70° incontro annuale della Society of Materials Science. “Il nostro obiettivo era utilizzare alghe e scarti di cibo comune per costruire materiali resistenti almeno quanto il cemento”, spiega Sakai, autore senior dello studio. “Ma poiché stavamo utilizzando rifiuti alimentari commestibili, eravamo anche interessati a determinare se il processo di riciclaggio influisse sul sapore dei materiali originali”.
Il gruppo ha preso in prestito la tecnica di “pressatura a caldo” che viene normalmente utilizzata per lavorare la polvere di legno. E l’ha applicata a scarti di cipolle, zucca, banane, alghe, foglie di cavolo e bucce di arance, previa essiccazione sotto vuoto e polverizzazione. La tecnica di lavorazione dell’ateneo giapponese prevede anche l’aggiunta di acqua e condimenti (sale o zucchero), quindi la pressatura della miscela in uno stampo ad alta temperatura. A fine processo gli scienziati hanno testato la resistenza alla flessione dei nuovi biomateriali, monitorandone anche il gusto, l’odore e l’aspetto.
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“Ad eccezione del campione derivato dalla zucca, tutti i materiali hanno superato il nostro obiettivo di resistenza alla flessione”, afferma Kota Machida, collaboratore senior. “Abbiamo anche scoperto che le foglie di cavolo cinese, che hanno prodotto un materiale tre volte più resistente del cemento, potrebbero essere mescolate con il materiale più debole a base di zucca per fornire un rinforzo efficace”. I nuovi prodotti, assicura il team, mantengono la loro natura commestibile (ovviamente venendo a patti con la robustezza) e resistono a muffe, funghi e insetti.