La raccolta annuale di rifiuti organici raggiunge i 108 kg procapite
(Rinnovabili.it) – Sono numeri tutti in positivo quelli che contraddistinguono la raccolta di rifiuti organici in Italia. A presentarli è il CIC, il Consorzio Italiano Compostatori, nella sua annuale analisi su differenziata e impianti di trattamento. I dati si riferiscono al 2017, anno in cui il settore ha raccolto 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche), in aumento dell’1,6% rispetto al 2016. La frazione si conferma così ancora una volta la più importante sul totale della differenzia urbana, rappresentando il 40,3% di tutte le raccolte.
A livello nazionale il dato procapite di rifiuto organico intercettato si mantiene sopra i 100 kg, passando da 107 a 108. I quantitativi maggiori sono quelli delle regioni settentrionali con ben 127 kg per abitante l’anno. Segue il Centro (114 kg/abitante per anno) e quindi le regioni del Sud (83 kg/abitante per anno). “Bisogna continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud per raggiungere l’obiettivo di 9.150.000 tonnellate di rifiuto organico raccolte al 2025, ovvero 150 kg/ab/anno”, ribadisce Alessandro Canovai, Presidente CIC. “Sicuramente una spinta arriverà grazie al recepimento del Pacchetto sull’Economia Circolare approvato dalla Unione Europea nel giugno 2018 e che ha imposto come obbligatoria la raccolta differenziata del rifiuto organico entro il 2023”.
Una differenza territoriale profonda che si percepisce anche a livello impiantisco. Nonostante le strutture di trattamento siano complessivamente aumentate (da 326 a 338) e sia cresciuto anche l’utilizzo della digestione anaerobica per la produzione di biometano, una buona parte d’Italia continua a soffrire di una cronica mancanza di impianti.
“L’impiantistica dedicata al trattamento del rifiuto organico al momento è in grado di soddisfare le esigenze di produzione nazionale, tuttavia emerge una concentrazione geografica degli impianti soprattutto nel Nord Italia”, aggiunge Canovai. “Questa squilibrio costringe il Centro e il Sud Italia a trasferire i propri rifiuti organici in altre regioni con enorme dispendio di denaro e CO2. Per risolvere questo stiamo lavorando insieme al Ministero dell’Ambiente per delineare un percorso strategico che definisca le aree in cui mancano gli impianti e su cui intervenire con tempestività”.
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