Estrarre oro dai rifiuti elettronici. Non è affatto un miracolo, visto che è nota la presenza del preziosissimo metallo, nascosto tra le schede ed i chip dei RAEE, ma l’esito di una nuova ricerca condotta dalla Cornell University negli Stati Uniti.
Gli scienziati, infatti, hanno sviluppato un metodo innovativo per estrarre l’oro, utilizzando il metallo recuperato come catalizzatore nella reazione di conversione dell’anidride carbonica in materiali organici. Quindi per ridurre l’impatto ambientale delle emissioni climalteranti.
Rifiuti elettronici, come si estrae l’oro?
Fino ad oggi estrarre oro richiede il ricorso a sostanze chimiche, tra cui il cianuro, dannose per l’ambiente. Motivo per cui la scienza sta cercando altri metodi più sostenibili, per non perdere un metallo così utile: si calcola che una tonnellata di rifiuti elettronici contenga circa dieci volte più oro di una tonnellata di minerale da cui si estrae l’oro. Inoltre, stando alle previsioni, entro il 2030 si prevedono 80 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici; da qui è facile fare una stima.
Tutte le novità della ricerca USA
Ma tornando alla ricerca americana, questo metodo sfrutterebbe dei nuovi materiali non pericolosi: i VCOF, acronimo di strutture organiche covalenti legate al vinile; si tratta di materiali cristallini porosi noti per i loro molteplici potenziali utilizzi, tra cui il rilevamento chimico e l’accumulo di energia.
L’utilizzo dei VCOF ha permesso ai ricercatori di recuperare il 99,9% dell’oro dai circuiti stampati dei RAEE, senza entrare in contatto con altri metalli come nichel o rame, che finiscono nell’azione di recupero solo in minima parte.
I vantaggi della nuova formula
Insomma un bel vantaggio: dai rifiuti l’oro, abbassando le emissioni climalteranti, dato che l’oro recuperato funziona come catalizzatore nella conversione di CO2 in sostanze chimiche organiche utili.
“Trasformando la CO2 in materiali a valore aggiunto, non solo riduciamo le richieste di smaltimento dei rifiuti, ma forniamo anche vantaggi sia ambientali che pratici. È una sorta di vittoria per l’ambiente” le considerazioni di Amin Zadehnazari, primo autore del nuovo studio dal titolo “Recycling E-waste Into Gold-loaded Covalent Organic Framework Catalysts for Terminal Alkyne Carboxylation” e pubblicato su Nature Communications.
Perché conviene estrarre oro dai RAEE con questo metodo?
La combinazione di questi nuovi materiali ha mostrato un assorbimento superiore dell’oro grazie alla sua ricchezza di zolfo, per il quale l’oro ha un’affinità naturale. Oltre a mostrare un’elevata capacità di assorbimento, la sostanza chimica ha resistito a 16 lavaggi e riutilizzi, solo con una piccola perdita di efficienza di assorbimento.
“Sapere quanto oro e altri metalli preziosi vengono utilizzati in questo tipo di dispositivi elettronici, ed essere in grado di recuperarli in un modo che permetta di catturare selettivamente il metallo desiderato, in questo caso l’oro, è molto importante“, ha affermato Abbaspourrad.