Secondo uno studio commissionato da CONAI all’Università Bocconi il modello di gestione dei rifiuti degli imballaggi in Italia è il migliore d’Europa
(Rinnovabili.it) – Il sistema italiano di gestione dei rifiuti di imballaggio, che applica la normativa UE sulla responsabilità estesa del produttore, è il più efficiente tra quelli applicati dagli Stati Europei. Funziona meglio di tutti gli altri, sia dal punto di vista economico, sia da quello della quantità di materiale riciclato. Lo dice uno studio, condotto dall’Università Bocconi di Milano su commissione del CONAI, e presentato lo scorso 31 maggio a Bruxelles.
La ricerca, frutto del lavoro sinergico dell’università e del Wuppertal Institute for Climate, Environment, Energy”, ha prodotto un’indagine su 28 organizzazioni di Paesi UE a partire da due questionari.
I modelli di gestione dei rifiuti di imballaggio
Lo studio distingue tre modelli cui si rifanno le organizzazioni di produttori dei diversi Stati UE. Ognuno di essi ha diversi gradi di efficacia di riciclo e di efficienza economica.
In Italia (e in Francia), c’è una singola organizzazione non profit a livello nazionale, che opera quindi in un contesto non competitivo, e questo modello garantisce costi ridotti, ampia copertura territoriale e di quantità di materiale riciclato.
Il modello spagnolo e belga, secondo in ordine di efficacia, è quello che prevede più organizzazioni di produttori, ma in ogni caso in un regime di non competizione.
Fanalino di coda il modello tedesco, che prevede non solo diverse organizzazioni di produttori ma anche la competizione commerciale.
Il Belgio è al primo posto per tasso di riciclo di rifiuti di imballaggi. Seguono Finlandia, Cipro e Repubblica Ceca, ma i sistemi di questi Stati sono più costosi di quelli italiani.
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Il modello italiano
Nel 2005 l’Unione Europea ha introdotto l’obbligo per gli Stati membri della responsabilità estesa del produttore nella gestione dei rifiuti degli imballaggi. È dunque chi li produce che mantiene, per gli imballaggi, la responsabilità della loro gestione e smaltimento quando divengono rifiuti. In Italia questo modello è applicato dal Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, un consorzio privato non profit che da più di vent’anni riunisce produttori e utilizzatori di imballaggi, regolando recupero, riciclo e valorizzazione di imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, bioplastica e vetro.
Lo studio approda a due conclusioni fondamentali:
1) alti tassi di riciclo non sempre corrispondono a costi alti;
2) i tassi di riciclo più alti con i costi più bassi sono il risultato di regimi non competitivi della gestione dei rifiuti.
La ricerca si chiude inoltre con la raccomandazione di istituire un sistema di coordinamento centralizzato che intervenga a correggere i gap dei diversi modelli.
Simona Bonafè, l’europarlamentare che ha portato a Bruxelles la presentazione, ha dichiarato che l’evento “mette in luce ancora una volta il ruolo fondamentale delle organizzazioni di responsabilità estesa del produttore per un’efficace transizione verso l’economia circolare. I dati riportati dalla ricerca condotta dall’Università Bocconi evidenziano il contributo di queste organizzazioni per raggiungere gli obiettivi di riciclo presenti nella Direttiva imballaggi. In questo settore l’Italia è all’avanguardia, e l’esperienza del Conai rappresenta una ‘best practice’ nella gestione dei rifiuti da cui trarre esempio a livello europeo”.