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Da vecchi jeans a nuove magliette, la svolta del riciclo tessile

Un gruppo di ricerca dell'Istituto Fraunhofer abbatte gli storici ostacoli tecnici al riciclo degli indumenti a fibre miste. E realizza il primo filato di viscosa in cotone riciclato.

riciclo tessile
© Fraunhofer IAP

Il riciclo tessile offre una nuova fonte per la produzione di rayon

(Rinnovabili.it) – Nuova svolta per il riciclo tessile. Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo a punto una tecnica di upcycling in grado di valorizzare tutti quei vecchi indumenti fino a ieri non riciclabili; una soluzione capace di fornire nuove materie prime al comparto abbassando nel contempo il suo impatto sull’ambiente e le risorse naturali. Oggi, infatti, l’industria della moda è tra i settori produttivi più inquinanti al mondo (dati Greenpeace). Oltre all’uso di sostanze chimiche pericolose, le imprese tessili negli ultimi anni hanno aumentato l’impiego di fibre sintetiche a cui sono associate alte emissioni di CO2 nel ciclo di vita.

Il problema non riguarda solo la carbon footprint più elevata di questi materiali, ma anche l’estrema difficoltà di riciclarli, soprattutto nel caso di tessuti misti. Un problema reso ancor più complicato dalle abitudini di consumo, che compartano una quantità di rifiuti sempre più elevata. Basti pensare che un italiano su due dichiara di possedere più capi di abbigliamento di quanti ne abbia realmente bisogno. 

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“I tessuti raramente sono realizzati in puro cotone. I jeans, ad esempio, contengono sempre una certa quantità di fibre chimiche come poliestere o elastan”, spiega André Lehmann, chimico presso il Fraunhofer IAP di Potsdam e tra gli autori del nuovo sistema di riciclo tessile. Lavorando per conto dell’azienda svedese re: newcell, il ricercatore e il suo team sono riusciti a convertire la polpa di cotone riciclato in fibre di pura cellulosa.

L’industria della moda di solito utilizza la polpa della cellulosa come materiale di partenza per la produzione di fibre rigenerate come viscosa, modal e lyocell. Questa polpa, la cui materia prima è solitamente il legno, viene sciolta in una soluzione e fatta passare attraverso una filiera per essere filata. “Tuttavia, re: newcell ci ha inviato fogli di cellulosa di cotone riciclato e ci ha chiesto di scoprire se potevano essere convertiti in viscosa. Siamo stati in grado di estrarre le fibre estranee dalla polpa impostando i parametri giusti sia per il processo di dissoluzione che per il processo di filatura, ad esempio, attraverso stadi di filtrazione efficaci”, afferma il Lehmann. Questo ha permesso di produrre un filato continuo di fibra lunga diversi chilometri e composta al 100% da cellulosa, la cui qualità è paragonabile a quella ottenuta dal legno.

Uno degli elementi più importanti di questo progetto di riciclo tessile, è che i nuovi filati sono perfettamente adatti alla produzione di massa. “Siamo stati in grado di soddisfare gli elevati standard di purezza di re: newcell per la nuova fibra”, aggiunge lo scienziato. Il prodotto finale non teme confronti con la viscosa commerciale, di cui presenta esattamente le stesse proprietà. “Gli indumenti di cotone di solito vengono inceneriti o finiscono in discarica. Ora possono essere riciclati più volte per contribuire a una maggiore sostenibilità nella moda”.