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Riciclo Raee: Cobat porta alla luce il tesoro del Triveneto

Il consorzio ha raccolto 20mila tonnellate di rifiuti tecnologi nel 2015, trasformandoli in nuova risorse

Riciclo Raee: Cobat porta alla luce il tesoro del Triveneto

 

(Rinnovabili.it9 – Il tour Panorama d’Italia approda a Padova  e  tra tavole rotonde, presentazioni di libri e incontri tra università, startup e mondo del business, ci regala un focus sull’economia circolare. La lente stavolta è focalizzata sulla realtà del Triveneto, tra best practice e nodi ancora da risolvere. A fornire i  numeri è Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, che in questa terra, nel 2015 ha raccolto oltre 20 mila tonnellate di rifiuti tecnologici. L’equivalente in peso di circa 500 autoarticolati a pieno carico.

 

Una montagna di smartphone, tablet, elettrodomestici e batterie che, vittime dell’usura o dell’incessante innovazione tecnologica, sono stati gettati e successivamente trasformati in nuove materie prime. Un tesoro, spiega tuttavia Cobat, che potrebbe essere ancora più ricco, senza la piaga del traffico illecito di rifiuti che dalla frontiera orientale del Triveneto vengono esportati oltre confine, togliendo risorse al Paese.

 

“Molte aziende si rivolgono a soggetti non autorizzati, pensando di risparmiare. In realtà non è così – commenta Claudio De Persio, direttore operativo del consorzio – Oltre al rischio di sanzioni, peraltro piuttosto salate, queste pratiche creano una turbativa di mercato che genera concorrenza sleale, altera i reali costi di gestione dei rifiuti e crea danni all’ambiente e, di riflesso, alla salute. Su questo fronte, è fondamentale l’azione delle forze dell’ordine, con cui collaboriamo attivamente”.

 

Ma non solo. Il Cobat ha dato vita ad un sistema di raccolta capillare e “a chilometro zero” che ha permesso di ottimizzare la logistica e di abbattere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera dovute al trasporto dei rifiuti. Sono infatti 9 i Punti Cobat – aziende autorizzate alla raccolta e allo stoccaggio distribuite in maniera omogenea su tutto il territorio del Triveneto – che hanno servito le isole ecologiche e le imprese di piccoli e grandi comuni, dalla pianura alla montagna, avviando al riciclo i rifiuti nei 4 impianti di selezione e trattamento di pile, apparecchiature elettriche ed elettroniche e pneumatici, tutti localizzati nelle province venete di Vicenza, Verona, Treviso e Venezia.

 

“L’economia del Triveneto – ha spiegato Giancarlo Morandi, presidente di Cobat – ha tratto beneficio da questa attività di raccolta capillare di rifiuti tecnologici. Stiamo parlando di prodotti che possono essere trasformati in ricchezza. Da una batteria per auto di 14 kg, ad esempio, siamo in grado di estrarre 8 kg di piombo che viene reimmesso nel mercato, con benefici per l’ambiente e per il sistema economico, che così non deve importare nuove materie prime”.