(Rinnovabili.it) – Le ruspe sono entrate in azione per dar vita, in Cina, al più grande parco industriale per il riciclo degli pneumatici fuori uso del Paese. Il governo ha estremo bisogno di gettare le basi per un’industria del riciclo dell’auto e delle sue componenti, dato il boom economico che da anni sta vivendo la sua economia. Il benessere – seppur pagato a carissimo prezzo, visti i livelli di inquinamento atmosferico delle grandi città – ha portato le strade a colmarsi di automobili fino a scoppiare. Secondo il rapporto 2014-2017 sulle auto a fine vita e l’industria della demolizione, il settore automotive cinese ha vissuto una crescita esplosiva a partire dal 2000, con un aumento dei veicoli di proprietà che ha toccato i 137 milioni nel 2013, secondo solo agli Stati Uniti.
Mezzi che, giunti al termine del ciclo, finiscono al momento in discariche-cimitero da centinaia di migliaia di “carcasse”. I tempi medi di rottamazione sono stimati in 10-15 anni dall’acquisto, e si pensa che il Dragone giungerà a un picco nel 2015. Sulla base del numero di auto cinesi e del tasso di crescita, il rapporto stima che le auto a fine vita raggiungeranno 9-12 milioni entro il 2015 e 12-16 milioni entro il 2020. Ciò si traduce in una grande quantità di scarti da processare, sostanze pericolose che, senza politiche di recupero, restano alla mercé delle intemperie, inquinando l’ambiente.
Ecco perché a Xiangyang, nella provincia di Hubei, sono iniziati i lavori per aggredire una parte di questa montagna di rifiuti pericolosi: gli pneumatici fuori uso. L’insieme di stabilimenti da costruire si chiama Central China Rubber Resources Recycling Industrial Park, e costerà qualcosa come 340 milioni di dollari, coprendo una superficie di 700 mila metri quadri.
L’obiettivo sarà quello di gestire 400 mila tonnellate di pfu su base annua. Il trattamento porterà alla produzione 300 mila tonnellate di gomma per asfalti modificati e 100 mila tonnellate di gomma riciclata destinata ad altri usi. Il parco sarà diviso in reparti: produzione, lavorazione, commercio, stoccaggio e ricerca.