(Rinnovabili.it) – Da oggi in poi tutti coloro che operano nel settore del riciclo delle materie plastiche potranno finalmente parlare la stessa lingua. Tutto merito del modello elaborato dalla task force tra l’Institute of Scrap Recycling Industries (ISRI) e l’Association of Postconsumer Plastic Recyclers (APR), grazie al quale sarà fatta chiarezza una volta per tutte sulle plastiche e sull’apparato industriale che provvede al loro riciclo.
Si tratta di una serie di norme-quadro riferibili al settore nel suo complesso e che successivamente dovranno essere contestualizzate nei singoli settori specifici. L’eterogeneità delle materie plastiche, infatti, impone diverse tipologie di procedimenti di riciclo che, per via meccanica o per via chimica, possono dare origine a materie secondarie, pronte per essere immesse nuovamente nei processi produttivi, oppure a una plastica riciclata eterogenea, che in genere viene impiegata per usi secondari. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza energetica complessiva di tutti i processi legati al riciclo delle plastiche ed è per questo che sia l’ISRI che l’APR, pur mettendo a punto propri documenti specifici di riferimento, hanno cercato una linea comune da seguire, proprio per evitare l’insorgere di inutili conflitti di interessi e per non costringere l’industria a dover scegliere o ignorare entrambi i dettami; le linee guida dell’ISRI sono state pubblicate in occasione dell’aggiornamento della Scrap Specification Circular, il documento che regola l’acquisto e la vendita di varie tipologie di scarti trasformati, tra ferrosi, cartacei, plastici, elettronici, di gomma e di vetro.
La task force si è dichiarata molto soddisfatta del risultato raggiunto ed è ora alla ricerca di input da parte di soggetti interessati a specifiche categorie di scarti di plastica.
«Con la messa a punto di norme specifiche – ha dichiarato il Presidente dell’ISRI Robin Wiener – adesso tutti nel settore del riciclo di materie plastiche parleranno la stessa lingua. È la prima volta che una collaborazione di questo tipo individua parametri capaci di mettere d’accordo acquirenti e venditori».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento del Presidente dell’APR, Tom Busard, convinto che la collaborazione con le industrie dei rottami possa portare a risultati significativi e aumentare la qualità del materiale riciclato:
«Speriamo di identificare quelle tipologie di plastica che fino a oggi non sono state ancora differenziate e rese disponibili per il riciclo».