(Rinnovabili.it) – Invece di pneumatici nuovi si tratta di pfu, ma le ruote dell’industria, insieme a quella della fortuna, sono tornate a girare per una fabbrica di Upper Hutt, in Nuova Zelanda. Come tanti piccoli centri dell’isola, anche Hupper Hutt viveva della produzione su larga scala. L’economia della città si basava sugli stabilimenti delle grandi imprese multinazionali: in questo caso la Dunlop, noto produttore di gomme a livello mondiale. Come arrivano nei momenti di crescita economica, tuttavia, questi colossi sono pronti a fare i bagagli una volta che il gioco non valga più la candela. Dunlop ha chiuso i battenti nel 2006, e per la cittadina di Hupper Hutt sembrava arrivato il periodo di magra: 480 persone, la maggior parte locali, aveva perso il lavoro.
La fabbrica, 36 mila metri quadri, è stata però acquistata nel 2008 da un uomo d’affari del posto e oggi ospita 25 ditte, che impiegano 230 lavoratori. Tra questi c’è anche chi lavorava nel campo degli pneumatici fino a qualche anno fa. Andrew Melbourne era infatti un manager di Dunlop: il suo compito era procurare all’azienda acciaio, gomma e supervisionare la logistica. Rimasto a spasso dopo la chiusura del 2006, ha deciso, con l’aiuto di un altro dipendente, Steve Matthews, di tentare la strada del riciclo pfu. I due sono riusciti a tornare nel vecchio stabilimento e riprendere in mano i macchinari che Dunlop aveva lasciato, non più per costruire pneumatici, ma stavolta per recuperare quelli usati.
È cominciata come un’avventura, ma da “operazione a due” con prospettive limitate, la Rubber Solution – questo il nome della azienda fondata da Melbourne e Matthews – è diventata una ditta stabile, che produce gomma triturata per pavimenti e prati artificiali e colla confezionata per la Bostik. E adesso guarda anche al mercato europeo: secondo Andrew Melbourne, «grandi opportunità di business attendono la Rubber Solution in Europa, dove la gomma è incorporata nell’asfalto utilizzato per i manti stradali».