Alle navi europee giunte a fine vita sarà assicurato un riciclo sicuro ed ecologico. Lo ha stabilito il Parlamento europeo che, dopo sei mesi di negoziati, è arrivato ad un accordo con il quale definisce precisi standard di riciclo cui gli impianti autorizzati dovranno attenersi per garantire l’abbattimento degli impatti ambientali e la salvaguardia della salute dei lavoratori nelle strutture. Quello dei rifiuti provenienti dalle navi giunte a fine vita è un flusso significativo nel quale confluiscono numerose sostanze pericolose: se da una parte, infatti, l’acciaio è il principale materiale estratto, dall’altra nelle operazioni di riciclo sono coinvolte anche altre sostanze, quali l’amianto e i metalli pesanti per esempio, le cui caratteristiche impongono adeguati standard di sicurezza per i lavoratori e precisi requisiti per le procedure seguite dalle strutture autorizzate allo smantellamento delle navi.
Il nuovo regime, dunque, impone che le navi a fine vita vengano riciclate solo presso le strutture autorizzate dall’Unione Europea; per figurare in questa “lista”, gli impianti di riciclaggio dovranno attenersi ai requisiti minimi stabiliti, la cui effettiva e costante conformità sarà verificata anche attraverso opportune ispezioni. Le navi, dal canto loro, dovranno disporre in ogni momento di un inventario delle sostanze pericolose presenti a bordo e facilitare le eventuali operazioni di controllo nel caso in cui approdino in porti europei. Ai proprietari delle navi, invece, si chiede di predisporre, in collaborazione con un impianto di trattamento autorizzato, un “piano di riciclo” ancor prima che le navi arrivino alla fine del loro ciclo di vita; spetterà poi al Paese membro di provenienza rilevare l’inventario delle sostanze pericolose fornito dal proprietario, verificare l’effettiva attendibilità dell’impianto di riciclaggio e quindi certificare le operazioni di riciclo.
Il regolamento appena approvato è lo strumento con cui l’Unione Europea intende porre fine a tutte quelle pratiche pericolose per la salute dell’uomo e dell’ambiente con cui fino a oggi si è proceduto a riciclare le navi giunte a fine vita. Come spiegato anche dal Ministro dell’Ambiente irlandese, Phil Hogan (alla presidenza del Consiglio europeo per tutto il primo semestre del 2013), finora le navi sono state generalmente smantellate e riciclate in siti non a norma di Paesi Terzi, con rischi e conseguenze che potranno essere evitate una volta che il regolamento in questione diventerà operativo (a decorrere, cioè, dalla data di applicazione). Nella soddisfazione di quanto fatto dalla squadra che presiederà il Consiglio fino alla fine di giugno, il Ministro Hogan si augura che la strada intrapresa possa essere uno stimolo per facilitare una rapida ratifica della convenzione di Hong Kong sul riciclo delle navi, adottata nel 2009 da una delegazione di 63 Paesi (e ormai prossima alla scadenza) proprio per garantire l’assenza di rischi per la salute e la sicurezza umana e ambientale nel settore del riciclo navi.
“Non ho dubbi sull’efficacia del nuovo regolamento – ha commentato Hogan – e sono sicuro che esso potrà dare un contributo concreto verso il corretto riciclo delle navi in Europa. Mi auguro che seguendo l’esempio europeo – ha aggiunto – anche altre regioni del mondo possano puntare a una migliore e più verde gestione del settore”.