Tecnologie all’avanguardia, competenze di alto livello e una strategia integrata. Così NEXTCHEM, società del gruppo MAIRE, regala nuovo valore ai rifiuti della plastica e aiuta le aziende ad accelerare la sostenibilità industriale
Plastica circolare: l’approccio integrato di NEXTCHEM
Da una parte “NX-REPLAST”, tecnologia per il riciclo meccanico della plastica in grado di ottenere polimeri riciclati ad alte prestazioni. Dall’altra “NXRe”, processo di riciclo chimico innovativo, efficiente e modulare.
Da un lato NextChem Tech società che fornisce soluzioni innovative per la decarbonizzazione dei processi industriali e per l’upcycling di rifiuti plastici. Dall’altro MyRemono nuova realtà focalizzata sullo sviluppo e sulla concessione di licenze della speciale tecnologia di depolimerizzazione NXRe.
Questi gli “strumenti” con cui oggi NEXTCHEM, società del gruppo MAIRE, riesce a chiudere il cerchio nel campo della circolarità della plastica, aiutando le aziende ad abbracciare una nuova crescita sostenibile. Non si tratta di una dicotomia, bensì di una strategia altamente integrata per promuovere la circolarità dei materiali garantendo prodotti e soluzioni di alta qualità, certificati e tagliati su misura delle esigenze finali.
Riciclo della plastica: a che punto siamo?
L’inquinamento da plastica è una delle grandi sfide ambientali del XXI secolo. Negli ultimi anni la crescente consapevolezza dei danni ecosistemici e sanitari legati ad una cattiva gestione di questi rifiuti ha catalizzato l’opinione pubblica e ha aperto la strada a interventi politici più incisivi. Il problema non è il materiale in sé, quanto piuttosto il modello lineare che ne ha caratterizzato per molto tempo il ciclo di vita.
Secondo gli ultimi dati OCSE, la produzione di materiali plastici è raddoppiata tra il 2000 e il 2019, passando da 234 a 460 milioni di tonnellate. Nello stesso periodo, i rifiuti sono più che duplicati arrivando a 353 milioni di tonnellate. Con oltre due terzi degli scarti provenienti da applicazioni con durata sotto i cinque anni, come imballaggi (42%), prodotti di consumo (12%) e tessuti (11%). La criticità maggiore è che la maggior parte di essi finisce ancora oggi in discarica, incenerita o dispersa nell’ambiente.
Divieti e tasse sulla plastica usa e getta esistono in più di 120 paesi, ma non sono sufficienti a ridurre l’inquinamento complessivo. Appare evidente dunque l’essenzialità di rendere la plastica “circolare”, abbandonando definitivamente il modello lineare e allontanando il più possibile il fine vita. E non solo per una questione strettamente ambientale. Il riciclo della plastica costituisce uno strumento per diventare più efficienti nell’uso delle risorse, per ridurre gli sprechi e soprattutto per tagliare le emissioni climalteranti legate alla produzione di nuovo materiale vergine da fonte fossile.
Come vengono riciclate le materie plastiche?
Quando si parla di riciclo della plastica si entra in un tema apparentemente complesso, caratterizzato da diverse soluzioni ed approcci. Ognuno con potenzialità e risultati differenti. In linea generale oggi si possono classificare le tecnologie esistenti in riciclo meccanico, chimico e biologico.
Il riciclo meccanico costituisce l’approccio più maturo e, per molti versi, anche quello più comune con plastiche quali il polietilene tereftalato (PET) e il polietilene ad alta densità (HDPE). Generalmente, dopo un’attenta cernita, i rifiuti vengono sminuzzati in piccoli pezzi, quindi lavati, selezionati e inviati all’estrusione per essere convertiti in pellet con cui realizzare nuovi prodotti. I limiti? Richiede feedstock di alta qualità per garantire le specifiche del prodotto riciclato e che abbiano subito pochi cicli di riciclo per evitare un degradamento delle catene polimeriche.
Il riciclo chimico possiede un elevato potenziale per materiali di scarto plastici eterogenei e contaminati se la separazione non è né economica né completamente fattibile tecnicamente. Si basa sulla conversione, tramite processi termochimici e/o catalitici, dei polimeri plastici in molecole più piccole, i monomeri, che possono essere successivamente utilizzati per la produzione di nuova plastica. La ripolimerizzaione permette di produrre materiali “virgin-like”, cioè con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle del materiale vergine. Il riciclo chimico della plastica può ovviare in tal modo al fenomeno di degradazione delle diverse catene polimeriche, ma soprattutto può evitare un continuo accumulo di contaminanti nelle plastiche riciclate.
Il riciclo biologico invece è una tecnologia emergente che utilizza enzimi ingegnerizzati di batteri o funghi per scomporre i polimeri nei loro componenti base. Al pari di quello che accade nel riciclo chimico, i monomeri vengono ricombinati assieme in nuove plastiche. Fino ad oggi questo approccio si è concentrato soprattutto su PET e poliuretano, tuttavia non è ancora riuscito ad abbandonare la fase di laboratorio.
NX-Replast per l’upcycling meccanico dei rifiuti plastici
Per chiudere il cerchio e rendere la plastica circolare, NEXTCHEM ha deciso di portare avanti strategia fortemente integrata fatta da soluzioni e tecnologie all’avanguardia. Sia nel campo del riciclo meccanico che di quello chimico. Con l’obiettivo di rispondere alle esigenze finali dei propri clienti con flessibilità e sostenibilità.
In questo contesto la tecnologia di riciclo meccanico NX-Replast ha bisogno di poche presentazioni. Nata grazie all’esperienza maturata da MAIRE nei polimeri e dalle operazioni industriali di MyReplast Industries (di cui oggi NextChem Tech possiede l’85% delle quote), la tecnologia NX-Replast permette di valorizzare i rifiuti di plastica rigida mista. I più difficili da riciclare. Oltre ovviamente agli scarti in Polipropilene (PP) e polietilene (PE).
Grazie ad un processo di upcycling proprietario, la tecnologia “trasforma” i rifiuti plastici in polimeri riciclati (“r-polymers”) e compound di elevata purezza. Il risultato finale sono granuli pronti a sostituire i materiali vergini di origine fossile nei processi di estrusione, soffiaggio e stampaggio a iniezione, con formulazioni su misura per diverse applicazioni industriali. Dagli imballaggi di uso generale, alle applicazioni edili, dai componenti per l’agricoltura e il giardinaggio, a quelli per l’automotive. Garantendo sempre prodotti di alta qualità, certificati e in linea con la normativa di settore.
MAIRE ha unito il know-how industriale di MyReplast nella valorizzazione dei rifiuti plastici in r-polymers, con la vocazione tecnologica e impiantistica di NEXTCHEM, grazie alla tecnologia “NX-Replast”, Questo approccio permette di accelerare lo sviluppo e la progettazione di nuovi impianti di upcycling, ottimizzando i costi in conto capitale (Capex) e operativi (Opex e al contempo offre un pacchetto di soluzioni di ingegneria e unite ad un completo portfolio di formulazioni per il compound.
La tecnologia NX-Replast è stata recentemente selezionata ed adottata da Aliplast (parte della multiutility italiana Hera Group) per il suo nuovo progetto di upcycling dei rifiuti plastici, in corso di realizzazione a Modena e il cui completamento è previsto verso la fine del 2025.
NextChem ha fornito ad Aliplast, tramite contratto di licensing, il Process Design Package, il supporto per i servizi di procurement, oltre ad un portfolio di formulazioni per il compound, l’assistenza al training e servizi di ingegneria aggiuntivi.
Questo progetto, una volta in funzione, rappresenterà uno dei più avanzati impianti di mechanical upcycling al mondo.
MyRemono, il nuovo volto del riciclo chimico della plastica
MyRemono è la controllata di NextChem Tech dedicata alla depolimerizzazione della plastica. L’azienda, nata dalla collaborazione con la PMI Innovativa Biorenova Spa, ha sviluppatoe brevettato un’innovativa tecnologia di riciclo chimico. Battezzata con il nome “NXRe”, la soluzione è in grado di convertire polimeri complessi come il polimetilmetacrilato (PMMA), il polistirene (PS) e le poliolefine miste (principalmente PP e PE), nei corrispettivi monomeri, ad elevata purezza.
Come funziona? Il processo si avvale di un reattore termico proprietario, dove i rifiuti plastici, previo adeguato pretrattamento (anch’esso proprietario), vengono immersi in un ambiente costituito da metalli fusi a temperatura controllata. In un ciclo continuo, il calore “spezza” i legami chimici delle catene polimeriche producendo un flusso costante di miscela grezza di depolimerizzazione. Questa viene successivamente distillata per separarne i singoli monomeri che vengono quindi estratti dal sistema e riutilizzati direttamente nella produzione di nuovi materiali in plastica.
Questa tecnologia di riciclo chimico della plastica possiede diversi vantaggi:
- è facilmente scalabile e replicabile;
- ha bassi costi di investimento;
- si affida ad un processo semplice e continuo;
- vanta una elevata efficienza di conversione;
- risulta adatta al trattamento di diverse matrici plastiche preselezionate;
- ha un basso consumo energetico;
- ha un ingombro e dimensioni ridotte.
I test su scala di laboratorio e semi-industriale hanno dimostrato l’efficienza e l’efficacia del processo di riciclo chimico della plastica e il basso impatto ambientale rispetto ai metodi tradizionali.
Caratteristiche vincenti che ricevuto un riconoscimento anche a livello europeo. Lo scorso dicembre la Commissione europea ha selezionato 17 progetti di tecnologie pulite innovative su piccola scala che riceveranno oltre 65 milioni di euro di sostegno nell’ambito del Fondo per l’Innovazione UE. Tra questi fa capolino anche BOOST, iniziativa firmata MyRemono per la produzione di metilmetacrilato riciclato (r-MMA) di alta qualità.
BOOST punta a implementare il primo progetto su scala industriale basato sulla tecnologia modulare continua NXRe. L’impianto, unico nel suo genere, dovrebbe essere completato entro il 2026 e sara’ l’impianto di riferimento per consentire a NEXTCHEM, tramite MyRemono, di avviare le attivita’ di licensing della tecnologia “NXRe” in tutto il mondo.
Una volta in funzione avrà una capacità di lavorazione iniziale pari a circa 5.000 tonnellate all’anno, producendo dagli scarti di polimetilmetacrilato oltre 4.300 tonnellate all’anno di r-MMA. Ed evitando così il consumo di oltre 13.000 tonnellate all’anno di materie prime di origine fossile.
E si tratta solo dell’inizio. Nel futuro prossimo l’azienda completerà la fase di Ricerca e Sviluppo per il riciclo chimico del polistirene e passerà alla costruzione del primo impianto su scala industriale basato sulla tecnologia modulare continua NXRe PS.