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Riciclo delle navi: finalmente in vigore la Convenzione di Hong Kong

riciclo delle navi
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La firma di Liberia e Bangladesh ha permesso di rendere il riciclo delle navi meglio regolamentato

(Rinnovabili.it) – A 16 anni dalla sua adozione, finalmente la Convenzione di Hong Kong sul riciclo delle navi potrà entrare in vigore. Grazie alla firma di Liberia e Bangladesh, infatti, il documento approvato nel 2009 dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) ha finalmente tutte le carte in regola per diventare operativo tra 24 mesi. 

La convenzione di Hong Kong mira a garantire che le navi, quando vengono riciclate dopo aver raggiunto la fine della loro vita operativa, non presentino rischi inutili per la salute umana, la sicurezza e l’ambiente. Servivano alcuni requisiti per l’entrata in vigore: almeno 15 paesi ratificanti, pari ad almeno il 40% del trasporto mercantile mondiale per stazza lorda e una capacità di riciclo delle navi non inferiore al 3% del tonnellaggio lordo della flotta complessiva degli stati contraenti.

Una svolta ambientale per il riciclo delle navi

Il Bangladesh è uno dei paesi dove vengono portate le navi a fine vita e che ha quindi tra le maggiori capacità di riciclo. Tuttavia, oggi queste operazioni di demolizione avvengono sovente tra enorme inquinamento e violazioni dei diritti umani. La Liberia invece è uno degli stati di bandiera più importanti per tonnellaggio. Con questi due aderenti, la Convenzione raggiunge così il target necessario per l’entrata in vigore. I 22 Stati contraenti, infatti, rappresentano da oggi circa il 45,81% del tonnellaggio lordo. Il volume annuale combinato di riciclo, invece, ammonta a 23.848.453 tonnellate, pari al 3,31% del volume richiesto.

La Convenzione attribuisce responsabilità e obblighi a tutte le parti interessate, compresi gli armatori, i cantieri navali, gli impianti di riciclo delle navi, gli stati di bandiera, quelli approdo e quelli dove avviene il riciclo. All’entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong, le navi destinate al riciclo dovranno portare a bordo un inventario dei materiali pericolosi. Gli impianti autorizzati dalle autorità competenti dovranno fornire un piano di riciclo specifico per ogni imbarcazione. Inoltre, i governi saranno tenuti a garantire che gli impianti sotto la loro giurisdizione rispettino l’accordo.

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