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Anche Shell abbandona gli obiettivi di riciclo della plastica per via chimica

Il colosso del petrolio ha rivisto i target di riciclo della plastica tramite pirolisi perché il processo non è efficiente come sperato

riciclo della plastica
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Anche incertezza normativa e carenza di materie prime incidono sul riciclo della plastica

La scorsa settimana abbiamo raccontato di come le più grandi aziende produttrici di imballaggi stiano modificando al ribasso i loro obiettivi di riciclo della plastica. Ad esse si aggiunge ora la Shell, colosso petrolifero che ha recentemente ritrattato il suo impegno nel riciclo avanzato. Questa tecnologia, che scompone i polimeri plastici in molecole per creare nuovi prodotti o carburanti sintetici, si basa sulla pirolisi. Dal 2019 Shell ha investito nella tecnica, che utilizza il calore per rompere i legami molecolari. L’azienda aveva dichiarato di trasformare 1 milione di tonnellate di rifiuti di plastica in olio di pirolisi entro il 2025. Tuttavia, nel rapporto di sostenibilità 2023, ha dichiarato irrealizzabile questo obiettivo a causa di problemi di mercato.

La scoperta viene dal Guardian, testata internazionale specializzata in inchieste. Secondo il giornale, Shell ha puntato il dito contro la scarsa domanda di olio di pirolisi legata a differenti cause. C’è carenza di materie prime, uno sviluppo tecnologico limitato e incertezza normativa. Inoltre, il processo di pirolisi richiede input plastici puliti e omogenei, difficili da ottenere con i rifiuti domestici. Tutto questo rende il riciclo avanzato meno praticabile.

Il passo indietro di Shell riflette le difficoltà pratiche e ambientali del riciclo avanzato. Le abbiamo analizzate in un articolo recente, scoprendo che può produrre inquinamento e richiedere molta energia. Nonostante questo, dice il Guardian, l’azienda continua a espandere la produzione di plastica.

Lo scetticismo verso la pirolisi come soluzione di economia circolare è diffuso. Per questo le politiche sono in continua evoluzione. Alcuni stati sostengono questa tecnologia, mentre altri regolatori, come l’Environmental Protection Agency statunitense, stanno adottando misure più restrittive. La spinta delle grandi aziende è forte: altri grandi produttori di plastica, come Exxon e Dow, stanno investendo nel riciclo avanzato. Nonostante le promesse di un futuro circolare per la plastica, tuttavia, il passo indietro di Shell sembra confermare le sfide e le inefficienze del riciclo chimico.

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