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Il riciclo della plastica “made in Italy”

L’innovazione tecnologia italiana fa da volano alle buone pratiche di gestione dei rifiuti plastici. E con 540mila tonnellate di imballaggi riciclati il Belpaese è già tra i più virtuosi dell'economia circolare

Giliberto De Santis Quagliuolo Muroni Bonafé

 

(Rinnovabili.it) – Il made in Italy colpisce ancora. Il bersaglio centrato è quello dell’economia circolare, le freccette usate per colpirlo sono invece tutte quelle best practices del riciclo della plastica che stanno regalando all’Italia un primato fino a pochi anni fa impensabile. A raccontarle e mettere in fila tutti i numeri della filiera post consumo è il convegno romano organizzato oggi da Corepla e Legambiente.

 

L’incontro, introdotto dal presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo e dalla presidente di Legambiente Rossella Muroni, ha messo a fuoco uno degli elementi qualificanti della raccolta e riciclo dei rifiuti polimerici: l’innovazione tecnologica. E’ questo infatti il principale volano del comparto che solo nel 2015 ha raccolto circa 900.000 tonnellate di imballaggi in plastica (più di 15 Kg per abitante all’anno) di cui 540.000 sono quelle avviate al riciclo in nuovi prodotti.

Il dato è in aumento rispetto il 2014, merito soprattutto all’aumento del servizio al Sud e all’aumento impegno delle cosiddette “zone consolidate”, quelle in cui – come il Veneto – la differenziata degli imballaggi plastici è già oltre i 20 kg procapite. Le aspettative per il futuro a breve termine sono ambiziose ma alla portata come spiega Giorgio Quagliuolo, presidente CoreplaContiamo di raggiungere il milione di tonnellate raccolte nel 2017. E se guardiamo il dato del Sud, + 14% nel 2015, possiamo veramente essere orgogliosi di questi numeri. E orgogliosi di un sistema che ha scelto, tra i primi in Europa, di estendere la raccolta e il riciclo a tutti gli imballaggi in plastica”.

 

I dati sul riciclo della plastica 2015

Nel dettaglio nel 2015 sono state riciclate 540.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, risparmiando oltre 9.500 GWh di energia. Non parliamo solo di PET e PVC, i polimeri forse più conosciuti e più facili, sul fronte della tecnologia, da recuperare. Corepla infatti non si è fermata agli imballaggi di maggior valore, ma negli anni ha lavorato anche su altre tipologie polimeriche. Imballaggi che sul piano strettamente economico, molti Paesi europei non riciclano, avviandoli a recupero energetico o discarica.

 

“Tale scelta – continua Quagliulo – ci ha permesso di sperimentare la selezione di nuove tipologie di imballaggi arrivando a creare un’importante filiera del riciclo ad elevato tasso di automazione, che crea nuovi posti di lavoro, divenuta oggi eccellenza a livello europeo. Infine vorrei ricordare un altro aspetto che ci rende protagonisti nella creazione di un’economia circolare all’interno dell’Unione Europea: Corepla ha scelto di fornire il suo materiale selezionato solo ad aziende riciclatrici in territorio europeo, sottoposte ad audit (che verifica la loro reale capacità di riciclo) e certificazione europea Eucertplast”.

 

Negli ultimi 10 anni questo comparto ha portato all’Italia benefici ambientali, economici e sociali importanti: 7,1 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate, 3.000 milioni di euro di indotto generato e oltre 8.000 addetti occupati nella filiera del riciclo imballaggi in plastica.

 

Montello spa, l’innovazione parla bergamasco

Tra le best practices illustrate quest’oggi, non poteva non essere citata l’esperienza della Montello S.p.a. di Bergamo: da produttori di tondini di ferro per il cemento armato a principali protagonisti del trattamento e riciclo degli imballaggi in plastica. L’azienda, grazie alla riconversione industriale, ha aumentato notevolmente il numero degli addetti (300 nel ’96, 553 oggi) e punta a crescere ancora. Con il riciclo degli imballaggi effettuato, Montello ha consentito di evitare emissioni di CO2 per circa 200.000 tonnellate/anno e raggiunto un tasso di smaltimento in discarica pari allo zero.

 

Erreplast, eccellenza campana

E ancora, tra le best practices di economia circolare nate e sviluppate in un territorio complessivamente più difficile, quella dell’azienda SRI – ERREPLAST di Gricignano di Aversa (CE). Fondata da Mario Diana, l’imprenditore ucciso dai casalesi nel 1985, è un innovativo polo di selezione e riciclo degli imballaggi in plastica. Una realtà di livello europeo, con uno stabilimento di 80.000 metri quadrati e 150 addetti, ERREPLAST inoltre si è dotata, unica azienda in Italia, di un innovativo sistema automatico di rimozione delle etichette sleeves per ridurre gli impatti ambientali degli scarti. L’attività di riciclo degli imballaggi in plastica svolta presso SRI – ERREPLAST nel 2015, ha consentito di evitare emissioni per circa 103.500 tonnellate di CO2 equivalenti.