Grazie a un catalizzatore di zirconio e un frullatore da cucina, la Northwestern University realizza il riciclo del poliuretano
(Rinnovabili.it) – Dai materassi alle scarpe, lo troviamo dappertutto. Eppure, come per tanti altri materiali pensati prima dell’economia circolare, oggi il riciclo del poliuretano è ancora impossibile. Ma da qualche giorno, abbiamo una speranza in più di invertire la rotta. Un gruppo di ricercatori della Northwestern University, infatti, ha sviluppato un nuovo metodo di riciclo delle schiume poliuretaniche.
Come riciclare il poliuretano in modo sostenibile
La tecnica utilizza catalizzatori non tossici e più ecologici. Il processo prevede reazioni chimiche che simultaneamente riprocessano e “rischiumano” il poliuretano dopo il riscaldamento. Per l’operazione si utilizza un catalizzatore a base di zirconio. Questo viene incorporato nel materiale dopo averlo ridotto in frammenti più piccoli utilizzando un frullatore da cucina. Quando il poliuretano viene riscaldato, il catalizzatore di zirconio riorganizza i suoi legami e consente al materiale di essere rimodellato. Allo stesso tempo, una sostanza chiamata agente schiumogeno genera nuove bolle di gas, che rimangono intrappolate nella plastica. In questo modo la vecchia schiuma poliuretanica, solitamente utilizzata una sola volta, viene trasformata in una nuova schiuma rimodellata. I risultati sono incoraggianti, perché il riciclo del poliuretano produce schiuma che mantiene la sua durabilità e integrità strutturale e chimica.
Perché il riciclo del poliuretano è un’innovazione importante
Il tradizionale riciclo della plastica polimerica prevede la fusione e la successiva colata in stampi per un nuovo utilizzo. Ma le plastiche più durevoli non si sciolgono, a causa della loro struttura reticolare fitta. Ѐ il caso del poliuretano utilizzato per isolamenti in schiuma spray, interni delle auto o certi tipi di abbigliamento. Per questi e altri oggetti, come materassi o scarpe, non c’è molto da fare: il destino a fine vita era la discarica. Grazie ai ricercatori della Northwestern, però, forse adesso si può scrivere una storia differente. Secondo lo studio, le implicazioni della nuova tecnica sono globali. Questa scoperta potrebbe infatti essere applicata ai prodotti post-consumo, ma anche a una gran mole di scarti industriali, per rimetterli subito nel processo produttivo.