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Riciclo del calcestruzzo, Enel premia le nuove idee sostenibili

Riciclo del calcestruzzo

L’innovazione “open” al servizio del recupero del calcestruzzo

(Rinnovabili.it) – È il materiale da costruzione più utilizzato al mondo, ma anche quello con la maggior impronta di carbonio. Ogni anno la sua produzione comporta l’emissione di milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Parliamo del calcestruzzo, elemento essenziale del mondo moderno e al tempo stesso sfida per la sua sostenibilità. Ecco perché oggi stanno fiorendo diversi progetti a livello mondiale per inserire anche questo prodotto all’interno del perimetro dell’economia circolare. Come? Testando materie prime più ecofriendly, finalizzando processi produttivi a basso impatto o studiando misure di riciclo.

È esattamente a questo livello che si colloca la nuova challenge Enel, lanciata sulla piattaforma di crowdsourcing Open Innovability®. Il gruppo sta ricercando pratiche e soluzioni innovative per il recupero del calcestruzzo dismesso, che permettano di posticipare il più possibile il fine vita del materiale. Una sfida aperta che si affida all’ingegno di inventori, ingegneri, ricercatori, startup e aziende per trovare e realizzare nuove idee “circolari”.

Una seconda vita per il calcestruzzo

In tutto il mondo vengono utilizzati annualmente miliardi di tonnellate di calcestruzzo, con una domanda che sta crescendo più rapidamente di quella di acciaio o legno. Il problema numero uno dal punto di vista climatico? La produzione del clinker, il costituente principale del cemento, a cui si deve la percentuale più alta di CO2 sul totale generato dall’industria cementizia. Anche con i forni più moderni si parla, infatti, di almeno 800 kg di anidride carbonica rilasciati per chilo di materiale prodotto. 

Tagliare l’impronta di carbonio sostituendo le tecnologie o i materiali utilizzati per il clinker, rimane un compito arduo. Molto più semplice appare invece ridurre l’estrazione di materie prime e la nuova produzione attraverso il recupero e riutilizzo di quanto già impiegato. Ma cosa ha che fare uno dei principali operatori energetici mondiali con il riciclo del calcestruzzo? 

L’economia circolare è da tempo entrata nel DNA di Enel come soluzione diretta per coniugare competitività e sostenibilità ambientale. Un impegno concreto a cui se ne affianca un altro altrettanto solido: raggiungere le zero emissioni nette di gas serra entro il 2040. Per un big dell’energia come Enel la strada è a senso unico e richiede una accelerazione nella diffusione delle rinnovabili, accompagnata dal graduale pensionamento degli impianti a combustibili fossili. “Ciò – spiega la società – ci ha portato a sviluppare una maggiore consapevolezza dell’importanza di trovare pratiche e standard di dismissione sostenibili”, cercando anche un modo per gestire le enormi quantità di macerie cementizie derivanti dal phase-out che riguarderà nei prossimi anni molti impianti dell’azienda in Italia e in altri paesi.

Come recuperare il calcestruzzo dagli impianti dismessi?

Attualmente, spiega Enel, il calcestruzzo dismesso viene riutilizzato solo in alcuni casi particolari e unicamente come riempimento di aree depresse o buche stradali, attraverso attività svolte in loco o inviando le macerie a strutture esterne. Il resto finisce in discarica.

La challenge lanciata su Open Innovability® mira a trovare vie alternative a quelle sopracitate che permettano di riciclare il calcestruzzo proveniente sia da pali e cabine del sistema elettrico che dagli impianti per la produzione energetica. Soluzioni originali, innovative e sostenibili, applicabili a livello locale, vantaggiose sotto il profilo economico e rispettose di clima ed ambiente.

Per prendere parte all’iniziativa c’è tempo fino al 9 ottobre 2022, inviando la soluzione ideata attraverso la piattaforma di crowdsourcing. Le proposte dovranno rispettare precisi criteri a partire, ovviamente, dalla praticabilità. I progetti inviati devono, infatti, poter essere fattibili, semplici, intelligenti, veloci da realizzare e applicabili in un contesto globale. Ma con un occhio di riguardo per Italia e Spagna, i due paesi dove sarà disponibile il calcestruzzo smaltito, e pertanto conformi alle normative nazionali su gestione, trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti. 

Inoltre dovranno essere in grado di gestire grandi quantità di materiale in termini di volume e peso. Da non sottovalutare la sostenibilità della proposta: le soluzioni devono promuovere una seconda vita a basso impatto, riducendo al minimo l’uso dell’acqua e la CO2 del ciclo di vita. Oltre a produrre un impatto positivo sulla comunità e sull’ambiente

Ai proponenti è anche chiesto di valutare idee di riutilizzo e riciclo del calcestruzzo in loco, per evitare il trasporto delle macerie su lunghe distanze e le emissioni ad esso connesse.

Per la soluzione migliore, Enel mette in palio fino a 30mila dollari e la possibilità di avviare una collaborazione con l’azienda per aiutare il progetto a trasformarsi in un prodotto concreto.

La challenge contribuirà alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, offrirà uno strumento per avvicinare l’SDG 7 “Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni”; l’SDG 9 “Innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione”; l’SDG 11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”; l’SDG 12 “Utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili”; l’SDG 13 “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”; e l’SDG 17 “Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”.

Qui le informazioni per prendere parte alla challenge.

#EnelOpenInnovability 

In collaborazione con Enel

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