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Corte dei Conti UE: “a rischio i target di riciclo degli imballaggi in plastica”

Le nuove regole per la comunicazione dei dati e il blocco del traffico internazionale complicano il riciclo degli imballaggi in plastica

riciclo degli imballaggi in plastica
Foto di Fikri Rasyid su Unsplash

L’obiettivo del 55% di riciclo degli imballaggi in plastica al 2030 sembra sempre più una chimera

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea potrebbe non raggiungere i suoi obiettivi di riciclo degli imballaggi in plastica. Lo afferma un’analisi svolta dalla Corte dei Conti europea delle azioni messe in campo dal blocco per affrontare il problema dei rifiuti di plastica.

Gli esperti che mettono periodicamente sotto la lente di ingrandimento le politiche comunitarie, sono preoccupati. Parlano di “rischio significativo” di fallimento dei target per il 2025 (50%) e il 2030 (55%). Gli imballaggi, dai vasetti di yogurt alle bottiglie d’acqua, rappresentano circa il 40% della plastica utilizzata in UE e oltre il 60% dei rifiuti di plastica generati. Il packaging di plastica è la tipologia di imballaggio con il tasso di riciclo più basso.

Insomma, un mezzo disastro. L’analisi della Corte ha inoltre evidenziato la dipendenza degli stati membri da paesi extra-UE per la gestione di questi rifiuti. Nel 2020, infatti, quasi un terzo degli imballaggi in plastica dichiarati riciclati sono stati spediti fuori dai confini dell’Unione. Grazie a norme più rigorose stabilite dalla Convenzione di Basilea, la maggior parte di questo traffico internazionale è vietato da gennaio 2021. Così, ora siamo alle prese con la mancanza di capacità di trattamento dei rifiuti all’interno dei confini europei. Di qui l’avvertimento dell’organismo di controllo, che vede un pericolo di fallimento degli obiettivi di riciclo.

A parte le giuste preoccupazioni, la Corte dà anche una pacca sulla spalla delle istituzioni europee. Il sistema di reporting è stato rafforzato e armonizzato, cosa che potrebbe portare a una migliore raccolta e riciclo della plastica. Inizialmente, provocherà anche un calo delle percentuali dall’attuale 41% al 29-32%, grazie a una misurazione più accurata che esclude “falsi positivi”. Ma ciò che conta è la sostanza. Così come gli schemi di responsabilità estesa del produttore, se modulati in modo da promuovere il packaging riciclabile, possono dare un buon segnale al mercato.