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Riciclo chimico della plastica, i problemi da risolvere

riciclo chimico della plastica
Foto di Jack Church su Unsplash

La maggior parte dei prodotti del riciclo chimico della plastica sono oli tossici bruciati dagli stessi impianti

(Rinnovabili.it) – Il riciclo chimico della plastica crea grandi quantità di rifiuti tossici, contribuisce al cambiamento climatico e non è una soluzione sostenibile al crescente problema dei rifiuti.

È estremamente netto nelle sue conclusioni il nuovo report di Beyond Plastic e International Pollutants Elimination Network (IPEN). Prende di mira una tecnologia di riciclo che sta guadagnando terreno nelle strategie aziendali. Anche detto “riciclo avanzato”, scompone i polimeri plastici mediante pirolisi in idrocarburi misti o monomeri. 

L’insostenibilità del metodo, secondo le organizzazioni, è certificata dai casi studio condotti su 11 impianti di riciclo chimico attualmente operativi negli Stati Uniti. Il lavoro, racchiuso nel dossier, conclude che la tecnologia produce rifiuti pericolosi e gas serra e solo piccole quantità di materiale che può diventare nuova plastica. 

“Gli stabilimenti analizzati gestiscono una quantità insignificante di rifiuti”, ha detto Jennifer Congdon, vicedirettore di Beyond Plastics. Degli 11 impianti, solo 3 operano su larga scala, mentre gli altri sono impianti pilota che operano a ritmi ben al di sotto della loro capacità. Ma anche se funzionassero a pieno regime, sarebbero in grado di trattare meno dell’1,3% dei rifiuti di plastica prodotti negli Stati Uniti ogni anno

Cosa esce dagli impianti? Tra i prodotti con valore commerciale, la maggior parte sono oli che vengono bruciati come combustibile in loco o venduti a terzi

“Trasformare la plastica in combustibile da bruciare non vuol dire riciclare”, afferma quindi il rapporto. “È un metodo di smaltimento sporco e pericoloso”. Beyond Plastics, IPEN e altri gruppi di pressione chiedono dunque che il processo non venga incluso come soluzione nei negoziati per un trattato globale sulla plastica. Il terzo dei quattro incontri negoziali in ambito ONU è previsto dal 13 al 19 novembre a Nairobi, in Kenya. Da qui, dovrebbe uscire una bozza strutturata dell’accordo.

Il riciclo chimico, secondo le associazioni, dovrebbe essere tenuto fuori come già accade per altri trattati internazionali. La Convenzione di Basilea, che norma il controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi, non lo considera come riciclo. Lo stesso fa la bozza di strategia nazionale per prevenire l’inquinamento da plastica dell’Agenzia USA per la protezione ambientale.

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