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Fine vita batterie, studio Ue indica metodo di classificazione per riciclo corretto

Fine vita batterie, studio Ue indica metodo di classificazione per riciclo corretto
Riciclo batterie. Fonte: Pexels

Come raccogliere e classificare il riciclo delle batterie esauste? Per rispondere a questa domanda il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea, ha effettuato una serie di studi, tra cui, uno in particolare si è occupato dei tassi di raccolta appropriati per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri a predominanza di litio e delle batterie estratte da smartphone, laptop e altri dispositivi portatili. Un’analisi dettagliata con l’obiettivo di stimare i volumi di batterie raccolte, che poi saranno inviate ai centri di trattamento dei rifiuti.

Aumenta domanda di batterie e richiesta materie prime

Più batterie, necessarie praticamente per alimentare qualsiasi cosa, significa un aumento della domanda delle materie prime, come cobalto, nichel e rame, e litio. Consumo che dovrebbe crescere di 21 volte entro il 2050, ma nella maggior parte dei casi, l’estrazione e la raffinazione di questi materiali comportano elevati costi ambientali e sociali.

Ma non è solo questo, perché se è importante estendere il ciclo di vita delle batterie e garantire il massimo grado di circolarità delle batterie di scarto, per l’Ue – fortemente dipendente dai paesi extra-UE per l’approvvigionamento – riuscire a riutilizzarle e riciclarle aiuterebbe a mantenere un vantaggio competitivo sul mercato.

Classificazione dei rifiuti

Uno dei punti cardine su cui batte il centro di ricerca è la classificazione di questo tipo di rifiuti. Considerata la profonda evoluzione delle tecnologie delle batterie (dall’ultima revisione dell’elenco dei rifiuti) e l’espansione prevista del mercato dell’accumulo elettrochimico, il JRC ritiene necessaria una revisione dei codici dell’elenco dei rifiuti utilizzati per classificare le batterie esauste e i flussi correlati.

Si propone che le batterie continuino a essere classificate in base alla loro chimica dominante, introducendo nuovi codici per riflettere le attuali (e potenzialmente future) chimiche commercialmente rilevanti, tra cui quelle a base di sodio.

Gli scienziati hanno identificato tre tipi di rifiuti come “rilevanti”, proponendo categorie corrispondenti per le nuove voci: batterie esauste, rifiuti di produzione di batterie e intermedi del riciclo delle batterie esauste.

Per il primo tipo il JRC raccomanda l’etichetta di “rifiuti pericolosi”, suggerendo misure di accompagnamento a livello nazionale e/o tramite un aggiornamento del quadro legislativo correlato per gli operatori di settore che devono trattarle.

Riciclo batterie, le raccomandazioni dello studio Ue

Gli scienziati del JRC ha puntato i riflettori anche sul calcolo dei tassi di riciclaggio attraverso un approccio omogeneo nel Blocco. In questo caso il rapporto dedicato fornisce alcuni suggerimenti espliciti su come calcolare l’efficienza del riciclaggio e i tassi di recupero dei materiali per cobalto, rame, piombo, litio e nichel.  

Lo studio pubblicato evidenzia che il riciclaggio di alta qualità non si limita al processo “a circuito chiuso” di trasformazione delle vecchie batterie in nuove batterie, ma che le batterie possono essere riciclate in materiali e prodotti di valore.   Ed evidenzia anche alcuni importanti miglioramenti necessari affinché questo tipo di riciclaggio sia efficace, raccomandando di definire chiaramente termini come “massa nera” e “impurità” poiché definizioni poco chiare potrebbero rendere il riciclaggio meno efficace.   

Ecco la summa delle conclusioni dello studio, che racchiude raccomandazioni dalle regole di calcolo e verifica suggerite, che si “concentrano sulla necessità di definizioni univoche e chiarimenti sulla qualità dei materiali recuperati, regole di calcolo coerenti e orientate al futuro, maggiore tracciabilità e adattabilità della documentazione tecnica e dei metodi di verifica per garantire un riciclo e recupero dei materiali efficaci nell’industria delle batterie in evoluzione” si legge nel documento. Qui di seguito alcune delle conclusioni presentate dallo studio di JRC.

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