Riciclo batterie al lito, la nuova spinta circolare della Cina
(Rinnovabili.it) – La Cina conduce il mercato mondiale dell’elettromobilità: negli ultimi 5 anni il boom di veicoli elettrici, supportato da un programma di generosi incentivi, ha reso la Repubblica Popolare regina indiscussa del settore. E in vista dell’ulteriore crescita per gli anni a venire, il Governo cerca di giocare d’anticipo su un campo fondamentale, quale il riciclo batterie. Il ministro dell’Industria ha annunciato in questi giorni nuove regole “provvisorie” per il settore: i produttori di veicoli elettrici saranno responsabili anche della creazione di strutture per la raccolta, il trattamento e il riciclaggio delle batterie esaurite.
Le norme impongono alle case automobilistiche di istituire canali di recupero e punti di assistenza dove i vecchi sistemi d’accumulo possano essere raccolti, immagazzinati e trasferiti a riciclatori specializzati.
Nell’ottica del maggior risparmio possibile, le regole aprono le porte anche a una rete di servizi di manutenzione che permetta ai cittadini di riparare o scambiare le vecchie batterie (una volta terminato il lavoro nelle e-car possono essere dirottate nell’accumulo domestico) in maniera conveniente. Per questo motivo l’industria dovrà puntare soprattutto su prodotti standardizzati, favorendo progettazioni che facilitino le attività di smantellamento e riciclo. E insieme ai rivenditori, dovranno istituire un sistema di tracciabilità che consenta una veloce identificazione dei proprietari delle batterie dismesse.
I primi programmi pilota partiranno nella regione metropolitana di Jingjinji (che comprende Pechino, Hebei e Tianjin, nelle sue principali rivali economiche – il delta del fiume delle Perle nel sud della Cina e il delta del fiume Yangtze a est – e nella Cina centrale.
La misura viene propagandata come strumento di tutela ambientale e lotta all’inquinamento ma non è difficile intuire quanto prema il fattore economico sul progetto. La nazione ha iniziato a promuovere le auto elettriche nel 2009. Accanto al numero crescente di veicoli “con la spina”, sono aumentate in maniera esponenziale anche le batterie al litio, e di conseguenza il fabbisogno di materie prime come litio, cobalto, grafite e i rifiuti prodotti dalla filiera non esistendo ancora una tecnologia di recupero ottimale.
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Una delle questioni più critiche riguarda proprio il cobalto che rappresenta fino al 40% del costo delle batterie: nel 2017 il prezzo è cresciuto del 70% sul London Metal Exchange, valore che già risentiva degli incrementi del 2016. La fragile supply chain di questo minerale fa intravedere un futuro ancora più complesso. Il Congo fornisce oggi più del 60 per cento del cobalto utilizzato nel mondo, ma la crisi politica in atto né ha bloccato gran parte delle spedizioni, facendo schizzare in alto la domanda. E mentre il governo congolese approva royalty più alte sulle concessioni, la compagnia mineraria nazionale annuncia d’essere pronta a rinegoziare i contratti con i partner stranieri, facendo intravedere rialzi di prezzo sempre più consistenti.