Il riciclo degli abiti usati come alternativa alla produzione di rifiuti
(Rinnovabili.it) – L’abbigliamento più sostenibile in assoluto? Quello che si possiede già. Recuperare, riciclare ma soprattutto curare i capi affinché abbiano una lunga vita, sono gli strumenti migliori per contribuire alla circolarità del settore dell’abbigliamento. Un concetto caro ad Electrolux che in questi giorni ha lanciato una nuova iniziativa per dimostrare che i vestiti usati hanno ancora valore. Assieme al duo di stilisti svedesi Rave Review ha creato una collezione prodotta interamente dal riciclo di abiti usati e abbandonati nel deserto di Atacama, il più grande cimitero al mondo della moda usa e getta.
“Electrolux ha una strategia a lungo termine con l’obiettivo di ridurre in modo significativo il nostro impatto sul clima”, ha dichiarato Elisa Stabon, Care Experience Development Director di Electrolux. “Come esperti nella cura dell’abbigliamento, stiamo già sviluppando tecnologie di lavanderia avanzate che rendono i vestiti che indossiamo durano più a lungo – e riducono sia l’acqua che l’energia utilizzata. Ma noi come azienda non possiamo fornire l’unica soluzione: speriamo di poter ispirare ed educare i consumatori su come possono fare i vestiti che hanno già durano più a lungo, vogliamo fare tutto il possibile per aiutare a guidare questo cambiamento” .
Una campagna di sensibilizzazione contro il fast fashion
In media i capi d’abbigliamento vengono indossati al massimo dieci volte per poi essere buttati via. In tutto il mondo circa il 73% dei rifiuti tessili viene incenerito o finisce in discarica; un’opzione quest’ultima che secondo i dati di UNECE riguarda annualmente 21 miliardi di tonnellate di vestiti. Il più grande cimitero di abiti del mondo, il deserto di Atacama, ne raccoglie ogni anno circa 39.000 tonnellate. Un valore altissimo che ne ha fatto in poco tempo un simbolo del fast fashion e della mole di scarti che produciamo ogni giorno.
Per dare nuova vita ai vestiti sepolti in questa discarica della moda, il marchio di elettrodomestici ha deciso di collaborare con il celebre duo di designer Rave Review, noto per le sue collezioni “di recupero”. Creando una serie di capi d’alta moda dal riciclo di abiti usati e abbandonati nella maxi discarica cilena. Nota bene: la collezione non sarà venduta. “Il nostro scopo non è mai stato quello di avviare un marchio di abbigliamento, volevamo creare qualcosa insieme a Rave Review che potesse ispirare le persone a guardare i capi del proprio guardaroba con occhi nuovi e pensare a come prendersene cura al meglio loro”.
Una vita più lunga per i vestiti
L’obiettivo di Electrolux entro il 2030 è innovare le tecnologie di cura dei tessuti, così da far durare il doppio i vestiti usati, dimezzandone l’impatto ambientale.
L’azienda si propone inoltre di sensibilizzare i consumatori ad adottare pratiche sostenibili: “Oltre alle sfide con il fast fashion, è chiaro che abbiamo bisogno di cambiare il modo in cui usiamo e ci prendiamo cura dei nostri vestiti”, ha detto Vanessa Butani, VP Group Sustainability di Electrolux. “Sappiamo dalla ricerca che estendere la vita dei nostri vestiti di soli nove mesi può ridurre l’impatto del carbonio, l’impatto dell’acqua e i rifiuti prodotti del 20-30%. Ci sono diversi modi per farlo: riparare o aggiornare i vestiti vecchi, e l’aria, vapore, o lavare i vestiti in un modo che è più sostenibile. Se tutti facessero un piccolo cambiamento, per rompere il loro modello, ognuno di noi potrebbe ridurre il nostro impatto ambientale dai tessuti. Abbassando le temperature di lavaggio e passando al detersivo liquido in polvere si potrebbe risparmiare l’equivalente di 50 kg di CO2 per apparecchio all’anno. Potrebbe creare un enorme impatto quando scalato a milioni di consumatori seguendo lo stesso esempio”,.