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Biosensori per il cuore: riciclare i vecchi CD fa bene alla salute e al pianeta

Una nuova ricerca della Binghamton University offre una seconda vita ai CD trasformandoli in biosensori flessibili, economici e facili da produrre.

riciclare vecchi CD
Credits: https://www.binghamton.edu/

La fabbricazione dei biosensori richiede dai 20 ai 30 minuti

(Rinnovabili.it) – Che siano stati utili a raccogliere la musica dei nostri giorni gloriosi o a conservare documenti di un tempo che sembra molto lontano, quel che è certo è che i CD sono ormai divenuti un supporto tecnologicamente obsoleto che sarebbe utile poter in qualche modo riciclare. 

Come per molte delle eredità lasciateci dagli anni ‘80, anche la progettazione dei compact disc non ha guardato al futuro, creando prodotti in policarbonato, materiale non riciclabile. Ma oltre al policarbonato, questi supporti sono costituiti anche da un sottile strato di pellicola riflettente. In gran parte dei casi si tratta di alluminio, in altre in oro. 

Se il policarbonato è destinato a essere smaltito in discarica, è possibile riciclare la lamina d’oro di alcuni CD per creare dei sensori in grado di monitorare il cuore umano.

Anche i classici biosensori flessibili che si attaccano alla pelle, infatti, contengono sottili strati d’oro: per questo i ricercatori della Binghamton University di New York hanno ipotizzato che la lamina per produrli potesse essere recuperata proprio dai dischi a fine vita. 

Lo studio, pubblicato poi su Nature Communications, ha sviluppato una tecnica per riciclare lo strato d’oro dei CD attraverso l’utilizzo dell’acetone. La sostanza è infatti in grado di allentare il legame tra la lamina e il policarbonato, staccando quest’ultimo. 

Il processo è estremamente veloce: l’applicazione dell’acetone richiede appena 90 secondi, l’intera operazione richiede poco più di 20 minuti, ma i vantaggi sono anche di natura economica, perché costerebbe complessivamente circa 1,50€ a sensore.

Il team, guidato da Matthew Brown eAhyeon Koh, ha prima sperimentato come allentare il legame tra oro e policarbonato con l’acetone, poi ha applicato al supporto un foglio in poliimmide, che ha attirato il metallo prezioso e lo ha staccato. 

La lamina è stata successivamente tagliata via, utilizzando macchine commerciali da taglio in tessuto, e dall’oro sono stati ricavati sensori che possono essere applicati ripetutamente sulla pelle.

Si tratta di strumenti di monitoraggio in grado di controllare, in combinazione con altri dispositivi, lo stato di salute di cuore e muscoli, misurandone l’attività elettrica, ma possono misurare anche valori come i livelli di lattosio, glucosio, PH e ossigeno, registrarne i dati e inviarmi mediante collegamento Bluetooth direttamente su uno smartphone. 

L’ulteriore vantaggio di questa tecnica è che non ha impatti negativi in termini ambientali perché non rilascia scarti chimici tossici alla fine del processo. Il team è al lavoro, al momento, per verificare la possibilità di utilizzare altri materiali: “Abbiamo usato CD d’oro, e vogliamo esplorare CD con l’argento, che credo siano più comuni,” ha detto Brown. “Vogliamo anche guardare se siamo in grado di utilizzare l’incisione laser, piuttosto che utilizzare la macchina da taglio, per migliorare ulteriormente la velocità del riciclo”.