Rinnovabili • batterie economiche

Riciclare le mascherine in prodotti per la cattura del carbonio

Dai filtri di sigaretta alle mascherine chirurgiche : si testano nuovi rifiuti nelle tecnologie di cattura dell'anidride carbonica

batterie economiche
via depositphotos.com

Riciclare le mascherine in nuovi materiali che imprigionano la CO2

(Rinnovabili.it) – La diffusione del Covid 19 è stata quasi parallela a quella di un gran numero di mascherine: prodotti monouso contenenti importanti quantità di plastiche e molto complicati da riciclare, al punto che possono essere ritenute una nuova importante minaccia sia per la salute umana sia per l’ambiente. 

In molti paesi del mondo il loro utilizzo è ancora ampiamente diffuso, al punto che lo smaltimento dei milioni di tonnellate di rifiuti che ne derivano sta diventando un serio problema: non possiamo smaltire le mascherine usate in discarica o inceneritore perché – secondo molti medici – potrebbe condurre a una diffusione secondaria del virus o di altre malattie aeree, ma è possibile pensare di riciclarle?

Secondo un team di scienziati provenienti da India, Corea e Singapore, guidati dal professore dell’Alliance University Sunanda Roy, è possibile farlo

Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista Carbon. 

leggi anche DPI riciclati per un calcestruzzo più resistente fatto con mascherine, guanti e camici

Non è il primo tentativo dello scienziato di riciclare rifiuti per creare materiali in grado di assorbire il carbonio: prima delle mascherine il suo team ha proposto di fare la stessa cosa con i filtri di sigaretta con una tecnica pubblicata in ACS Applied Materials & Interfaces e attualmente in via di sperimentazione. 

La tecnica ideata dal gruppo di ricercatori è molto semplice e consente di riciclare le mascherine facciali in adsorbenti fibrosi in grado di catturare il carbonio. Gli adsorbenti così realizzati hanno un tasso di efficienza più alto degli omologhi granulari o in polvere e, a differenza di questi, hanno una maggiore facilità di manipolazione. 

Grazie al metodo sviluppato dal team è possibile formare una grande quantità di pori sulle fibre, così da aumentare la capacità di adsorbimento di CO2. La superficie delle fibre delle mascherine usate può essere modificata con l’utilizzo di composti come come TEPA, che contengono ammina e incrementano le performance di adsorbimento. Gli adsorbenti così prodotti dal riciclo delle mascherine possono essere riutilizzati diverse volte.

La CO2 catturata può essere rigenerata e usata per carburanti verdi – attraverso un metodo che utilizza un catalizzatore a base di schiuma di grafene ideato dallo stesso team – o ancora per produrre ghiaccio secco, ma anche per separare i coloranti all’interno delle sostanze acquose con un’efficacia al di sopra del 94%. Un’efficacia tanto elevata, anche dopo numerosi cicli, ha portato gli scienziati a pensare che i nuovi adsorbenti generati dal riciclo delle mascherine possono essere utilizzati per il trattamento delle acque reflue derivanti dagli scarichi industriali del settore tessile o di conceria.