Dai laboratori svizzeri per la ricerca sui materiali arriva una resina epossidica riciclabile che può svoltare l’economia circolare delle turbine eoliche
La resina epossidica riciclabile può essere utilizzata in settori dove il recupero di materia era prima impossibile
(Rinnovabili.it) – Riveste turbine eoliche, materiali compositi avanzati e protesi odontotecniche. Ma è così dura che non si riesce a riciclare. Fino ad oggi, perché uno team di ricerca svizzero ha trovato il modo di realizzare una resina epossidica riciclabile.
Il team che opera nei Laboratori federali svizzeri per la ricerca sui materiali (Empa) ha sviluppato una plastica a base di resina epossidica che ha anche un’altra proprietà: può essere riparata e funziona come ritardante di fiamma. La loro scoperta, pubblicata sul Chemical Engineering Journal, rappresenta una innovazione su cui intendono lavorare ancora. Ad esempio per utilizzarla nel campo delle plastiche rinforzate, che ad oggi hanno scarse possibilità di riciclo.
Le resine epossidiche appartengono ai cosiddetti duromeri, cioè materie plastiche la cui forma non può essere modificata dopo l’indurimento. Le catene polimeriche sono infatti strettamente collegate tra loro. Da un lato, questa caratteristica garantisce ottime proprietà meccaniche e termiche. Dall’altro, ne abbassa la capacità di recupero a fine vita, a differenza di materiali termoplastici come il PET. Le resine epossidiche vengono combinate spesso con fibre di vetro o di carbonio, per realizzare componenti per navi, aeroplani e turbine eoliche.
I legami reversibili dei fosfonati sbloccano l’economia circolare
Per inventare una resina epossidica riciclabile il team dell’Empa ha aggiunto alla resina “normale” una molecola della classe degli esteri dell’acido fosfonico. Queste molecole, dette anche fosfonati, formano una fitta rete basata su legami fosforo-carbonio e fosforo-ossigeno. La cosa importante è che si tratta di legami reversibili quando esposti a calore elevato e si riorganizzano all’interno della rete polimerica. In parole povere, la resina sintetica che contiene fosfonati può essere nuovamente fusa.
E dire che nell’esperimento, la molecola doveva servire come ritardante di fiamma, per renderla meno infiammabile rispetto alle altre. Ma poi se n’è compreso il potenziale per l’economia circolare, conferendo quindi alla resina una doppia funzione. Secondo il team dell’Empa, potrebbe essere utilizzata per rivestire i pavimenti in legno, viste le buone proprietà ignifughe. Ma anche per dare una seconda vita alla plastica rinforzata (CFRP), che oggi è un osso duro per qualunque filiera del riciclo.