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Come recuperare acqua dalla nebbia usando solo energia solare

Basandosi su un reticolo metallico fotocatalitico, i ricercatori dell’ETH di Zurigo sono riusciti a recuperare acqua dalla nebbia e a renderla potabile

recuperare acqua dalla nebbia
Via depositphotos.com

Rivestita con una miscela di polimeri e ossido di titanio, la griglia permette di recuperare acqua dalla nebbia e purificarla

(Rinnovabili.it) – Hanno usato esclusivamente energia solare e, per la prima volta, sono riusciti a recuperare acqua dalla nebbia. L’innovazione viene dai ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Istituto Max Planck per la ricerca sui polimeri di Magonza. Il team ha scoperto il modo per convertire la nebbia in liquido purificandola allo stesso tempo dalle sostanze inquinanti.

Ne risulta un’acqua potabile ottenuta con una reazione che utilizza solo energia rinnovabile. Come hanno fatto? L’esperimento ha visto l’uso di un reticolo metallico a maglie fitte, rivestito con una miscela di polimeri e biossido di titanio. I polimeri catturano le gocce d’acqua sulla rete e facilitano il rapido drenaggio in un contenitore. Il biossido di titanio svolge un ruolo cruciale nel processo chimico, scomponendo le molecole di vari inquinanti organici presenti nelle goccioline. In questo modo la nebbia viene depurata e il risultato è acqua pulita e potabile

I ricercatori affermano che la loro tecnologia potrebbe richiedere manutenzione ed energia minime, grazie ai materiali utilizzati e alla dipendenza dai pannelli solari per l’elettricità. Infatti, è sufficiente mezz’ora di luce solare per riattivare il biossido di titanio per altre 24 ore. Il materiale ha infatti una proprietà nota come memoria fotocatalitica. In pratica, se la sostanza viene attivata con la luce UV, rimane cataliticamente attiva per un periodo di tempo più lungo, anche al buio.

Oltre all’acqua pulita, la tecnologia sviluppata dai ricercatori svizzeri e tedeschi può essere impiegata anche per recuperare l’acqua dalle torri di raffreddamento, piuttosto frequenti in Germania e negli USA. Servono a raffreddare le centrali elettriche e producono acqua calda che evapora a contatto con l’aria, spandendo vapore nell’atmosfera. Potrebbe avere senso catturare parte di quel vapore prima che si disperda, purificarlao e reintrodurlo nell’ambiente. Ma i reticoli per ricavare acqua dalla nebbia si possono anche installare in regioni dove la foschia è frequente. A noi viene subito in mente la pianura padana, ma i ricercatori hanno pensato soprattutto a Perù, Bolivia, Cile, Marocco e Oman. Zone dove a volte l’acqua scarseggia e averne a disposizione per bere o cucinare potrebbe non essere così scontato.