L'iniziativa del calzaturificio Scarpa, attraverso un finanziamento europeo, proverà a portare l’economia circolare nel settore.
(Rinnovabili.it) – L’azienda calzaturiera di Asolo SCARPA ha lanciato un consorzio internazionale per lo sviluppo di Re-Shoes, un progetto europeo che prevede di produrre scarpe attraverso il riciclo di calzature usate, giunte a fine vita.
Il progetto, capeggiato da SCARPA, conta della partnership dell’Università di Bologna Alma Mater Studiorum per quanto riguarda la progettazione per il riciclo e la produzione, i test sui materiali e le analisi di impatto ambiente e Life Cycle Assessment, di Sciarada Industria Conciaria per i processi di separazione dei materiali e lavorazione delle pelli, di Rubber Conversion e Rubbermac.it per la destinazione degli scarti di gomma alla rigenerazione, di Innovando per le operazioni di raccolta di scarpe usate e di EPSI – European Platform For Sports And Innovation per le attività di promozione.
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Le scarpe prodotte dal riciclo di altre scarpe usate
L’obiettivo dichiarato è fornire un’alternativa circolare e sostenibile al fine vita delle scarpe. Come? Con il riciclo di calzature usate per produrre altre scarpe. A lanciare l’idea l’azienda italiana nota nel settore delle calzature per la montagna e l’abbigliamento outdoor SCARPA, che coordinerà il consorzio internazionale.
Le risorse del progetto – 2.6 milioni di euro – provengono dal programma UE LIFE, che sovvenzionerà la nascita della filiera per 42 mesi per arrivare alla produzione e messa in commercio della nuova linea di calzature.
Le attività di raccolta, selezione e riciclo di scarpe usate avverranno in modo da poter ricavare materie prime seconde dalle calzature a fine vita o da scarti di produzione del settore, con la finalità di produrre meno rifiuti e diminuire l’utilizzo di materie prime vergini.
“Ogni anno nel mondo vengono prodotte oltre 24 miliardi di nuove scarpe, di cui la gran parte finisce in discarica alla fine del ciclo di vita, rappresentando un grande problema per l’ambiente – sottolinea il Presidente di SCARPA Sandro Parisotto. – La quantità di rifiuti generati dai prodotti usati è una delle principali sfide dell’industria calzaturiera: le scarpe, infatti, sono complesse da riciclare, perché sono composte da un mix di materiali diversi molto difficili da separare. Con questo ambizioso progetto prendiamo un impegno, quello di dare un contributo per invertire la rotta. Dopo aver messo “nero su bianco” i principi sostenibili dell’azienda con il Green Manifesto, con Re-shoes proseguiamo su questa strada: un impegno che si traduce in una continua sperimentazione di materiali totalmente riciclabili ed ecologici senza intaccare performance e durabilità dei prodotti”.
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Come funzionerà Re-Shoes
La prima fase del progetto sarà dedicata alla raccolta delle scarpe usate che verranno destinate al riciclo, l’obiettivo è raggiungere 15 mila consumatori che, all’interno della rete distributiva di SCARPA in Italia, Germania e Austria potranno mettere a disposizione le calzature usate del modello Mojito, tra i più noti del brand.
Le scarpe usate raccolte verranno destinate al riciclo e da esse saranno prodotte altrettanti modelli, riutilizzando tra il 50% e il 70% del materiale. Secondo i calcoli del consorzio, in questo modo potranno essere risparmiati il 52,4% delle emissioni di gas serra, la metà delle sostanza chimiche utilizzate, il 65% dell’acqua e il 54,5% di energia.
La pelle verrà lavorata con la dissoluzione selettiva per idrolisi, dalla quale verrà generato un liquido destinato alla conciatura delle nuove pelli senza utilizzare ulteriori sostanze chimiche. Il processo di produzione di pelle riciclata si chiama EVOLO® ed è già noto in casa SCARPA, dove al momento è utilizzato per utilizzare fino al 20% di materiali riciclati ma, secondo l’azienda, può arrivare al 50%.
Si prevede inoltre di utilizzare gli scarti di gomma generati dal processo di taglio delle scarpe, quindi prima del consumo del prodotto, come materie prime seconde per la realizzazione dei nuovi modelli, mentre attualmente sono completamente termovalorizzati.
“Si tratta di un’iniziativa di economia circolare finalizzata a implementare un nuovo modello di business sostenibile, che auspichiamo possa diventare una prassi consolidata a livello di filiera – spiega Diego Bolzonello, AD di SCARPA. – La novità risiede nel fatto che le calzature a fine vita diventano la fonte da cui ricavare nuovi materiali da impiegare direttamente nella produzione di nuove scarpe, invece di essere utilizzate per prodotti di qualità inferiore, o impiegate in settori diversi da quello di origine. La nostra azienda fa dell’innovazione uno dei suoi punti cardine, ed essere gli apripista per quella che riteniamo una potenziale nuova frontiera del settore non può che essere uno stimolo ulteriore per spingerci in territori ancora inesplorati”.