Rinnovabili

Re Boat Race: le barriere sociali non esistono

(Rinnovabili.it) – “Noi facciamo la cosa giusta! E voi normodotati…  che fate?” Questa la domanda volutamente provocatoria che lanciano oggi i ragazzi di Anagramma Onlus, l’associazione nata nel 2009 con la volontà di dare voce a tutte le persone diversamente abili ora pronta a cavalcare l’onda di un’avventura unica nel suo genere. Anche i giovani di Anagramma prenderanno parte alla Re Boat Race, la speciale regata che dal 19 al 23 settembre vedrà “darsi battaglia” presso il Parco Centrale del Lago dell’EUR imbarcazioni costruite con materiali di recupero e riciclo.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Agenzia di Comunicazione Integrata Creare e Comunicare, l’ASD Sunrise1 e la Società SunnyWay “con l’obiettivo di spiegare ed illustrare in modo ludico e divertente qual è il modo più corretto per riciclare”. Un tutorial online su www.failadifferenza.com e uno staff di consulenti sono a disposizione per quanti vogliano progettare e personalizzare la Re Boat e partecipare così alla particolare regata; una sfida accettata di buon grado dal team della Onlus che il prossimo 21 Giugno presso il Dima Shopping Center poserà ufficiale la prima bottiglia per la realizzazione della propria.

A promuovere e sostenere ragazzi e il loro “Vascello Anagramma” sarà il “social brand” Rebibbia Fashion che vestirà i panni dell’armatore. La mattina del 21 darà il via in realtà ad una vera e propria “eco-festa della creatività” che impegnerà per tutti i mesi estivi tanti “team estemporanei” nella costruzione della propria imbarcazione riciclata. E sempre come parte del progetto “FAI LA DIFFERENZA, C’E’ LA RE BOAT RACE” nel Dima Shopping Center si raccoglieranno generi alimentari che verranno inviati nei territori dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto del 20 maggio 2012.  “Quest’avventura, fatta di coraggio e di sfide” sottolinea Fabrizio Clavenzani, consigliere del Municipio Roma IV “porta infatti con sé un messaggio forte e provocatorio, rivolto alla gente comune: possibile che per parlare di recupero, riuso e riciclo, si debbano “scomodare” dei ragazzi diversamente abili?”

Exit mobile version