La raccolta e riciclo di carta e cartone ha portato 200 milioni di euro nelle casse dei comuni
(Rinnovabili.it) – Ormai si può solo lavorare sui dettagli. I dati sulla raccolta e riciclo di carta e cartone forniti dal Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (COMIECO), sono infatti quasi perfetti.
Nel 2023, il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici ha superato il 90%, ben al di sopra dell’obiettivo europeo del 2030, fissato all’85%. Questo risultato conferma il nostro paese come uno dei leader europei nella gestione sostenibile dei rifiuti del settore. I numeri sono stati diffusi in occasione della Paper Week, la campagna dedicata all’informazione e alla formazione su raccolta e riciclo di carta e cartone. Organizzata da Comieco, vede la collaborazione con Federazione Carta e Grafica, Unirima e con il patrocinio di ANCI, Ministero dell’Ambiente, Utilitalia e Rai. Una serie di appuntamenti gratuiti quotidiani, in presenza e online, permetterà di approfondire le diverse sfaccettature di un campo della sostenibilità particolarmente sviluppato in Italia.
La raccolta differenziata efficiente, però, va vista anche come volano economico. I bilanci comunali, grazie ai corrispettivi economici erogati da Comieco, hanno registrato entrate per circa 200 milioni di euro all’anno.
Il nostro paese, elenca il COMIECO, rappresenta il 13% della raccolta europea di carta e cartone, riutilizzando il 12% di macero per la produzione. A Salerno, durante il convegno sull’economia circolare, tenutosi due giorni fa, si è discusso del potenziale del Sud Italia per rafforzare ulteriormente questa tendenza positiva. L’aggiornamento dello studio di Nomisma, presentato per l’occasione, ha esaminato gli effetti e i benefici degli investimenti del PNRR sulla filiera del riciclo di carta e cartone, evidenziando gli impatti economici, occupazionali, ambientali e territoriali.
Sebbene le regioni del Sud abbiano giocato un ruolo chiave nella crescita della raccolta differenziata, esiste ancora un divario significativo con il Nord. Quest’ultimo contribuisce al 51% della raccolta totale, mentre il Sud raggiunge solo il 26%. Con gli investimenti delle imprese e i fondi del PNRR, l’Italia potrebbe ridurre il gap.