L’analisi di Interzero Italia mostra che fra 8 anni avremo 9 milioni di batterie al litio esauste e quasi nessuna capacità di riciclarle
Già oggi mandiamo all’estero gran parte delle batterie al litio esauste
Fra 8 anni nel nostro paese ci saranno oltre 9 milioni di batterie al litio esauste. Il costo dello smaltimento si aggira sugli 11,5 miliardi di euro. Se ne parla troppo poco, ma se non si accelera la transizione alla circolarità, questo comparto è destinato a pesare sull’economia italiana più di quanto immaginiamo.
Che ci stiamo avvicinando a una soglia critica lo dicono i dati storici. Negli ultimi quattro anni, il volume delle batterie al litio esauste è già aumentato di dieci volte. Secondo l’analisi di Interzero Italia, gruppo europeo specializzato nei servizi di economia circolare, questa è una delle sfide ambientali più urgenti, che richiede strumenti e risorse adeguati.
“Le batterie al litio – spiega Mario Bagna, amministratore delegato di Interzero Italia – ormai essenziali per numerosi dispositivi e veicoli elettrici, presentano significative sfide di gestione. I costi di recupero sono influenzati da vari fattori: raccolta iniziale, messa in sicurezza, trasporto e il valore volatile delle frazioni recuperate. Questo scenario giustifica l’urgenza di sviluppare infrastrutture e soluzioni efficaci per la gestione di questo crescente volume di rifiuti speciali.”
Secondo il gruppo, lo scorso anno in Italia sono state immatricolate quasi 1,3 milioni di auto con batterie al litio. Per il 2024, le stime prevedono che arriveremo a 1,7 milioni, tra cui 1 milione mild hybrid, 350 mila full hybrid, 200 mila a motore elettrico a batteria e 150 mila ibride plug-in. A questo numero si aggiungono 2 milioni di e-bike, 500 mila monopattini elettrici e 100 mila scooter elettrici. Tanti accumulatori che rischiano di finire in discarica. Il consumo di litio è prevalentemente assorbito dal mercato automobilistico: una batteria pesa in media circa 250 kg. Il riciclo consente di recuperare materiali preziosi come cobalto, nichel, litio, rame e alluminio, ma è a uno stadio davvero embrionale.
L’Italia sconta infatti una carenza di impianti di trattamento adeguati. Il processo comprende preselezione e scarica, disassemblaggio, pre-trattamento e frantumazione, e trattamento pirometallurgico o idrometallurgico per separare e recuperare i metalli. Esistono solo quattro impianti, situati principalmente al nord, capaci di gestire un simile processo. La maggior parte delle batterie esauste viene trattata all’estero, comportando costi elevati e un impatto ambientale significativo. I costi di trattamento sono aumentati da 4 a 5 mila euro a tonnellata nel 2024. Sviluppare le infrastrutture adeguate per il riciclo delle batterie è cruciale secondo Interzero.