Tra le buone pratiche da sempre c'è il riutilizzo dei beni. Oggi siamo nella fase in cui il riuso si prende anche il centro delle politiche
Il riutilizzo dei beni ha coinvolto nel 2022 ben 232 mila tonnellate di beni
(Rinnovabili.it) – Cresce l’interesse per il second hand e il vintage, in Italia ma non solo. Un settore, quello del riutilizzo dei beni, che coinvolge oltre 100 mila addetti in Italia. I dati, diffusi dall’Osservatorio sul Riutilizzo, raccontano di un comparto che ormai anche i decisori politici devono considerare. Il riutilizzo è infatti al centro delle politiche ambientali, ma servono standard operativi, obiettivi ambientali, scale industriali e legalità.
Il rapporto nazionale 2024 offre una panoramica dettagliata attraverso dati, interviste e articoli recenti, esaminando il riutilizzo su scala europea. ISPRA e altre agenzie europee forniscono dati all’Agenzia Europea per l’Ambiente dal 2023, con il 2022 come anno di riferimento. Secondo il rapporto, gli operatori italiani hanno intercettato 232 mila tonnellate di beni, cifra che potrebbe raddoppiare se l’intero settore fosse tracciato.
A dominare la classifica sono i mobili (119 mila tonnellate di oggetti riutilizzati), seguiti dagli apparecchi elettrici ed elettronici (63 mila tonnellate). I tessili sono solo 13 mila tonnellate, ma chiaramente si tratta della categoria merceologica più leggera.
A livello comunitario “il quadro normativo e le strategie della grande industria si stanno evolvendo rapidamente e in modo sostanzialmente convergente”, spiega il rapporto. “Sul piano normativo il futuro del riutilizzo dipenderà molto dalle modifiche (già apposte oppure programmate) alla direttiva 98/2008 sui rifiuti, che è il testo base a partire dal quale si declinano le leggi e politiche sui rifiuti degli stati membri. La direttiva 98/2008 definisce una chiara gerarchia dei rifiuti dove riutilizzo e preparazione per il riutilizzo sono prioritari rispetto ad altre forme di recupero”.
Il Rapporto dedica anche spazio alle esportazioni, includendo dati, interviste e casi studio, e discute anche il Decreto Ministeriale sulla preparazione dei beni per il riutilizzo. Esamina inoltre le relazioni tra riutilizzo e solidarietà e le problematiche degli operatori vulnerabili del settore.
“Il rapporto non è solo un resoconto di dati e politiche”, dice Mario Sunseri, vicepresidente di Labelab, tra le realtà che hanno sostenuto questa edizione. “È un invito a riflettere sul nostro impatto ambientale e sulle azioni che possiamo intraprendere per migliorare, partendo dagli operatori del settore. C’è una consapevolezza ambientale crescente e forti cambiamenti nei comportamenti dei consumatori. Per le prossime edizioni del rapporto, grande attenzione dovrà essere posta al monitoraggio dell’attuazione del Decreto sulla preparazione al riutilizzo e al monitoraggio della proposta di legge europea per la Direttiva sul diritto alla riparazione, che dovrà obbligatoriamente confrontarsi con gli operatori del riutilizzo”.