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Polistirolo in mare, l’inquinamento si combatte insieme ai pescatori

Il polistirolo è uno dei rifiuti più presenti in mare, sulle spiagge e lungo le coste: è un materiale fragile, che si sbriciola facilmente e dopo l’utilizzo ha un bassissimo tasso di riciclo. Marevivo ha lanciato la campagna BlueFishers per combattere questo tipo di inquinamento insieme ai pescatori

Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash

La campagna nazionale BlueFishers contro l’inquinamento da polistirolo

(Rinnovabili.it) – Il polistirolo è una componente rilevante dell’inquinamento marino: pensiamo a quante migliaia di cassette di polistirolo usano ogni anno i piccoli pescatori. L’associazione ambientalista Marevivo, che si batte senza sosta con campagne di azione e sensibilizzazione per combattere l’inquinamento del mare, ha iniziato la campagna nazionale BlueFishers per combattere l’inquinamento marino da polistirolo. A livello europeo non ci sono normative che vietino l’impiego del polistirolo nella pesca.

Polistirolo e inquinamento marino

Ogni anno in Italia si usano circa 50 milioni di cassette monouso in polistirolo espanso (EPS) per il trasporto e la vendita del pesce, che corrispondono a circa 14mila tonnellate. Le cassette monouso garantiscono la freschezza e l’igiene del pesce ma alimentano la dispersione del polistirolo nell’ambiente.

Il polistirolo è uno dei rifiuti più presenti in mare, sulle spiagge e lungo le coste: è un materiale fragile, che si sbriciola facilmente e dopo l’utilizzo ha un bassissimo tasso di riciclo. Da una ricerca del dipartimento di Scienza della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche è risultato che è il polimero con maggiori capacità di assorbire e diffondere grandi quantità di contaminanti metallici.

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L’uomo è la causa, ma può diventare la soluzione

Spiega Laura Gentile, coordinatrice nazionale del progetto per Marevivo: “La nostra associazione si batte da quasi quarant’anni contro l’inquinamento marino da plastica. Con questa campagna vogliamo, ancora una volta, richiamare l’attenzione di opinione pubblica, istituzioni e mondo imprenditoriale sul fatto che proprio l’uomo, che con le sue azioni mette a rischio quotidianamente la salute del mare, può essere la soluzione.Sapendo, quindi, che ogni rifiuto che finisce in mare disinnesca il processo prezioso legato all’economia circolare, dobbiamo perseguire modelli virtuosi e sostenibili coinvolgendo tutti gli attori preposti, soprattutto in quei settori che, come la pesca, dal mare traggono la loro ragione d’essere“.

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Non c’è futuro per chi non si preoccupa del bene comune

“L’Agenda 2030 dell’ONU ci ricorda che non c’è futuro per chi non si preoccupa del bene comune”, evidenzia Alessandra Malfatti, presidente di Cittadella della Pesca. Quindi, perché BlueFishers abbia successo è fondamentale coinvolgere i pescatori della piccola pesca artigianale affinché sostituiscano le cassette di polistirolo con quelle riutilizzabili e riciclabili. Lo sfaldamento di una cassetta di polistirolo crea oltre un milione di microplastiche che vanno nella catena alimentare dei pesci.Il primo passo di BlueFishers parte da Viareggio con il contributo di Tuscany Environment Foundation in collaborazione con la Cittadella della Pesca e la delegazione regionale di Marevivo Toscana.

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Come ricorda il sindaco Giorgio Del Ghingaro, “Viareggio è stato uno dei primi Comuni a organizzare eventi plastic free, Carnevale compreso: una complessa macchina organizzativa che ha messo al bando la plastica coinvolgendo anche i privati e predisponendo un imponente servizio di raccolta rifiuti con addetti incaricati e isole ecologiche presidiate. Senza dimenticare le spiagge plastic free, progetto di ambito regionale, al quale abbiamo subito aderito”. L’obiettivo della campagna è promuovere un modello di filiera in linea con le normative europee sull’economia circolare.

Cassette riciclabili con chip e coperchio portaghiaccio

Le 58 imbarcazioni coinvolte nella campagna BlueFishers saranno dotate di oltre 2.300 cassette riutilizzabili e riciclabili prodotte da DuWo e già in uso in diverse marinerie italiane. DuWo è un’azienda italiana che produce cassette intelligenti con chip RFID e coperchio portaghiaccio. Le cassette, impilabili e realizzate in PP riciclabile, servono a conservare, trasportare e proteggere il pesce e sono riciclabili. Ogni cassetta ha una targa di riconoscimento che certifica la provenienza del pescato.

Il packaging DuWo a rendere, riciclabile, intelligente, ecosostenibile di quarta generazione ha ricevuto l’accreditamento per la EU Mission Restore our Ocean and Waters.

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Al momento dello smaltimento, le cassette DuWo rientrano nella raccolta della plastica riciclabile PP05: essendo un materiale pregiato, diventano materia prima seconda per altri prodotti.

«Il progetto DuWo nasce con l’obiettivo di realizzare un cambio culturale, dal perdere al rendere, e di dare un contributo concreto all’ecosistema e una dignità socio-economica agli attori della filiera ittica», ha puntualizzato Alfonso Raiola, responsabile commerciale di DuWo.

La campagna BlueFishers non si limita a ridurre l’uso delle cassette di polistirolo in mare, ma vuole anche sensibilizzare i pescatori sulle buone pratiche ambientali. Infatti, i pescatori sono le prime “sentinelle del mare”.