(Rinnovabili.it) – Ammontano a 15.979 le tonnellate di pneumatici fuori uso raccolte da Ecopneus dall’inizio del 2014 ad oggi nella sola Lombardia. Tutto grazie alla partnership delle aziende di trasporto e agli impianti di trattamento dislocati su tutto il territorio, che hanno evitato a questa montagna di gomme usate un destino ambientalmente insostenibile. Invece dell’abbandono in discariche abusive o ai lati della strada, è stato possibile recuperarne energia e materia e utilizzare entrambe per nuove destinazioni. I dati sulla raccolta di pfu in Lombardia sono stati rilasciati a margine della terza tappa 2014 di Impianti Aperti Ecopneus, tenutasi la scorsa settimana a Gorlago, in provincia di Bergamo. L’iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico al riciclo degli pneumatici fuori uso attraverso l’apertura degli impianti ai cittadini. L’evento va in scena tre volte l’anno da tre anni, e cerca di fornire un esempio di come si possa dare una seconda possibilità alle gomme consumate. Esse possono trasformarsi – dopo essere state triturate – in gomma che va ad arricchire asfalti più silenziosi e duraturi, campi da calcio e superfici sportive, pannelli isolanti e superfici anti-trauma, dossi e dissuasori di sosta.
Per le tonnellate raccolte da inizio 2014 in Lombardia esiste anche una analisi di dettaglio, che permette di scoprire da dove vengano specificamente questi rifiuti.
Milano è il più grande contribuente, naturalmente soprattutto per le sue dimensioni: un quarto di quelle 16 mila tonnellate vengono dal capoluogo. Subito dopo vengono Bergamo (2.400) e Varese (2.000), poi tutti gli altri Comuni. Per conferirle nei punti luoghi di generazione, gli automezzi hanno fatto circa 5600 viaggi da e per i 6.000 punti di raccolta.
Ma Ecopneus non si ferma alla Lombardia. Al totale di pfu recuperati qui si aggiungono 12.500 tonnellate in provincia di Pavia, dove esiste ancora il più grande accumulo di gomme usate in Italia. Si trattava di 60.000 tonnellate rimaste ammonticchiate a Castelletto di Branduzzo, a causa del fallimento della ditta che avrebbe dovuto trattarli. Oggi ne sono rimaste soltanto 32.000, dopo che Ecopneus nel 2013 ha avviato la raccolta a proprie spese raggiungendo, un anno dopo, le 28 mila tonnellate avviate a recupero.