Non esiste una legislazione che disciplini riciclo degli pneumatici fuori uso in Nuova Zelanda. Per questo, l’industria ha deciso di fare da sé
(Rinnovabili.it) – Manca una legge sul riciclo degli pneumatici fuori uso? Pazienza: lo faremo lo stesso. È stato questo il ragionamento di Bridgestone, il colosso delle gomme giapponese, calatosi nel contesto della Nuova Zelanda, Paese in cui non vi è alcuna normativa per disciplinare il recupero degli pneumatici. Si tratta di oltre 5 milioni di pezzi ogni anno, che finiscono per il 70% in discarica.
Ecco perché Bridgestone ha siglato un accordo con Pacific Rubber, coinvolgendo tutti i suoi 60 rivenditori sull’Isola del Nord (quella più settentrionale fra le due che compongono lo Stato) e trasformandoli in punti di recupero dei pfu. La Pacific metterà a disposizione il suo impianto per il riciclo degli pneumatici e nascerà un circolo virtuoso che porterà al reimpiego del polverino di gomma in diversi settori: edilizia civile, campi sportivi sintetici, stuoie, marciapiedi antiscivolo, colle e resine.
L’iniziativa fa parte di Tyrewise, il progetto dell’industria approvato dal governo per far fronte al problema degli pneumatici usati. Secondo i dati raccolti, sarebbero 3.9 milioni ogni anno le gomme di automobili destinate allo smaltimento, da sommare agli 1.2 milioni di quelle dei camion e di altri mezzi.
L’Isola del Sud, che ospita 14 punti vendita Bridgestone, non ha ancora un sistema di riciclo delle gomme, ma l’azienda promette che si adopererà per trovare una soluzione.