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Pneumatici fuori uso: distinto in fattura il contributo per il riciclo

L’approvazione del decreto competitività apporta modifiche alla normativa sugli pneumatici fuori uso. D’ora in poi, in fattura, sarà evidenziata la quota destinata al loro recupero

Pneumatici fuori uso distinto in fattura il contributo per il riciclo 300(Rinnovabili.it) – Il contributo per finanziare il recupero e il riciclo degli pneumatici fuori uso ora è distinto in fattura: lo prevede il Decreto legge 91/14, detto anche Decreto competitività, trasformato in legge dello Stato l’11 agosto. Il contributo, però, si pagava anche prima: cosa cambia dunque nella pratica? In sostanza si è deciso che nella fattura attestante l’acquisto delle gomme, d’ora in poi, dovrà comparire una dicitura che distingue e mette in evidenza, nel calcolo dell’imponibile Iva, la quota finalizzata al riciclo dei pfu. Così l’utente finale, quando acquista un nuovo treno di gomme per l’auto, ad esempio, sarà in grado di conoscere l’entità del contributo a suo carico, che consente ai produttori di assolvere agli obblighi di gestione dei pfu.

 

Sui questi ultimi e gli importatori, infatti, gravano dal 2006 gli oneri di gestione – con cadenza almeno annuale – di una quantità di pfu uguale o maggiore a quella immessa sul mercato e destinati alla vendita su tutto il territorio nazionale. Non solo: spetta loro anche un impegno sul fronte di ricerca, sviluppo e formazione che abbia il fine di ottimizzare i processi di recupero. L’importo del contributo da addebitare, recita il testo del Decreto legge, «è quello vigente alla data della immissione dello pneumatico nel mercato nazionale del ricambio». Indicato inizialmente nelle fatture del produttore o di chi importa gomme, questa cifra rimane invariata durante tutte le altre fasi di commercializzazione dello pneumatico. Così come resta invariato l’obbligo, per i rivenditori, di indicare in maniera chiara e distinta sulle fatture il contributo pagato quando hanno effettuato a loro volta l’acquisto.