Arriva dalla Cornell University un nuovo additivo polimerico che promette di rivoluzionare il riciclaggio delle materie plastiche
(Rinnovabili.it) – Da quasi un ventennio, il PET e l’HDPE hanno tecnologie e un circuito di riciclo ben definito, con risultati concreti e tangibili. Per le altre plastiche passare ad una seconda vita risulta può risultare più difficile e dispendioso, soprattutto quando si cerca di combinarle assieme. La particolare struttura chimica del polietilene (PE) e del polipropilene (PP), ad esempio, li rende economicamente più adatti al recupero energetico che non alla produzione di nuovi copolimeri. Questo quando i rifiuti in PP e PE non finiscono semplicemente in discarica o dispersi nell’ambiente.
Una soluzione al problema arriva ora dai laboratori della Cornell University. Qui un gruppo di scienziati, in collaborazioni con l’Università del Minnesota un additivo che, se aggiunto in piccola misura ad un mix dei due materiali altrimenti incompatibili, è in grado di creare un nuovo copolimero multiblock meccanicamente resistente. Si tratta di strutture composte da segmenti omopolimerici, ognuno dei quali è legato in posizione terminale.
Il lavoro dei due gruppi è spiegato in dettaglio nello studio “Combining polyethylene and polypropylene: Enhanced performance with PE/iPP multiblock polymers”, pubblicato on-line il 23 febbraio su Science.
Nei test di laboratorio, due strisce di plastica sono state saldate tra loro con diversi polimeri multiblocchi come adesivi, e successivamente separati meccanicamente. Ma la saldatura realizzata con il nuovo additivo ha retto così bene che la forza applicata ha portato alla rottura della plastica piuttosto che alla separazione delle due strisce. “Sono già state fatte cose simili prima”, spiega Geoffrey Coates, professore di chimica e biologia chimica alla Cornell University “ma non sono state ottenute finora plastiche con buone proprietà, soprattutto non abbastanza buone come quelle del materiale originale”. Non solo il polimero mutiblocco migliora il processo di riciclo ma potrebbe generare una nuova classe di miscele polimeriche meccanicamente resistenti.
“Pensate alla sostenibilità di poter fare una bottiglia con il 30 per cento in meno di materiale perché più resistente: si utilizzerebbe meno plastica, meno petrolio e si avrebbe meno materiale da riciclare”.