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Plastica riciclata: da Bath, un nuovo metodo per il riciclo continuo

Plastica riciclata
Credits: Jimmy Jimmy da Pixabay

Dal riciclaggio meccanico al riciclaggio chimico: come conservare le proprietà nella plastica riciclata.

 

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bath (Regno Unito) ha sviluppato un modo per scomporre le materie plastiche a base vegetale nei loro elementi costitutivi, consentendo potenzialmente di riciclare ripetutamente i prodotti senza che questo comporti una perdita delle proprietà della plastica. Uno dei problemi della filiera del riciclo della plastica è che, con gli attuali metodi e strumenti, la plastica riciclata ha proprietà inferiori rispetto a quella originale. Ciò significa, ad esempio, che le bottiglie in plastica riciclata non possono essere trasformate continuamente in nuove bottiglie, e vengono utilizzate per produrre altri prodotti di qualità inferiore (tubature dell’acqua, panchine e coni di traffico).

 

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I ricercatori britannici, però, hanno sviluppato un nuovo metodo per riciclare queste sostanze chimiche riconvertendo le materie plastiche nelle loro molecole costituenti, in modo che possano essere utilizzate per produrre del materiale con le stesse qualità dell’originale. Il metodo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista ChemSusChem, utilizza temperature più basse e catalizzatori più rispettosi dell’ambiente rispetto a quelli attualmente impiegati. La maggior parte della plastica, infatti, viene riciclata utilizzando metodi meccanici, in cui il materiale è ridotto in granuli che poi vengono fusi prima di essere modellati in qualcosa di nuovo. Il problema nasce proprio con la fusione della plastica, che cambia e riduce le proprietà e le qualità del materiale, limitando così la gamma di prodotti in cui può essere utilizzata la plastica riciclata.

 

Il metodo scoperto, invece, usa una tecnica di ‘riciclaggio chimico’ che riduce i polimeri plastici nei loro blocchi chimici originari. La sperimentazione è stata condotta sul PLA (acido polilattico), una plastica di origine vegetale, che non era ancora stata riciclata e che normalmente viene utilizzata negli imballaggi per alimenti, posate e bicchieri usa e getta. Il team ha anche iniziato a sperimentare un processo simile per il PET, che viene utilizzato principalmente per le bottiglie. Paul McKeown, ricercatore dell’Università di Bath, ha dichiarato che “il PLA viene sempre più utilizzato come alternativa sostenibile per le materie plastiche monouso. Sebbene sia biodegradabile in condizioni industriali, non si biodegrada con il compostaggio domestico e non è attualmente riciclato, quindi al momento finisce per contribuire alle tonnellate di rifiuti di plastica nelle discariche e negli oceani.

 

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Secondo i ricercatori, il problema dei rifiuti in plastica deve essere affrontato con un approccio combinato di riduzione, riutilizzo e riciclaggio. Il nuovo metodo di riciclaggio chimico potrebbe contribuire alla creazione di un’economia circolare che limiti l’uso dei combustibili fossili per la produzione della plastica e, di conseguenza, riduca il rilascio dei gas serra nell’atmosfera. Finora, la tecnologia è stata dimostrata solo su piccola scala, tuttavia i ricercatori stanno lavorando per ampliare il sistema e produrre maggiori quantità di plastica riciclata.

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