Rinnovabili • plastica riciclata Rinnovabili • plastica riciclata

E se anche la lavastoviglie fosse realizzata in plastica riciclata?

I ricercatori del Fraunhofer Institute in collaborazione con aziende partner, hanno testato le prestazioni della plastica riciclata rivelando come il materiale sia adatto a realizzare i fondi delle lavastoviglie.

plastica riciclata
via depositphotos.com

Applicazioni di alto valore per la plastica riciclata

(Rinnovabili.it) – Sostituire la plastica vergine con plastica riciclata costituisce un’impresa fattibile nei prodotti monouso. Lo stanno dimostrando oggi le diverse aziende che hanno iniziato a prendersi cura dei propri imballaggi con un approccio più circolare. Ma si tratta di una via percorribile solo con il packaging o è applicabile anche a beni con più alto valore aggiunto?

Leggi anche Trashpresso, l’impianto di riciclo mobile alimentato dal sole

A questa domanda ha voluto rispondere un team di scienziati del Fraunhofer Institute for Structural Durability and System Reliability (LBF). Gli scienziati in collaborazione con alcune aziende hanno messo alla prova la plastica riciclata per aumentare la fiducia dell’industria nelle sue capacità. Come spiega Dominik Spancken, scienziato del Fraunhofer LBF a Darmstadt, “abbiamo  collaborato con Bosch e Bosch-Siemens-Hausgeräte (BSH) per studiare cosa si può effettivamente ottenere con la plastica riciclata”, quando lavorata in maniera efficiente.

Dalle automobili alle lavastoviglie

Il progetto ha impiegato polimeri plastici recuperati dall’alloggiamento delle batterie d’avviamento per auto. Bosch ha ottimizzato il materiale riciclato impiegando additivi per aumentare la resistenza e migliorare le proprietà estetiche. Successivamente, l’Istituto tedesco ha valutato se la nuova plastica fosse adatta o meno alla produzione di fondi per lavastoviglie. Questo componente, del peso di circa due chilogrammi, costituisce la struttura di base dell’elettrodomestico, sostenendo le pareti laterali e ospitando componenti ausiliari come la pompa, i sensori di stato e il serbatoio del sale.

© Fraunhofer LBF/Ursula Raapke

Abbiamo inizialmente studiato il comportamento del riciclato ottimizzato sotto sollecitazioni meccaniche”, spiega Spancken. I ricercatori hanno quindi prodotto un campione di test sottoponendolo agli stessi stress verificabili negli elettrodomestici di grandi dimensioni. Quindi, insieme alle aziende, hanno stabilito i parametri per la progettazione di un fondo vero e proprio mettendolo alla prova. “Sebbene la plastica riciclata abbia una resistenza inferiore del 15%, ha proprietà di rigidità simili a quelle della plastica vergine. Molto più importante, invece, è la deformabilità plastica, in cui entrambi i materiali si comportano allo stesso modo. In sintesi – conclude lo scienziato – è giusto dire che possa sopportare le stesse sollecitazioni del materiale vergine”.

Leggi anche Aiuti alla circolarità: 10mila euro alle imprese che usano materiali riciclati