I rifiuti di plastica del Paese caraibico rinascono grazie al riciclo
(Rinnovabili.it) – La custodia dello smartphone? È fatta al 100 per cento con la plastica raccolta per le strade e le discariche di Haiti e opportunamente avviata al riciclo. A produrla è un’azienda statunitense, ReYuze Cases, che ha avviato l’attività di raccolta in uno dei paesi più poveri del mondo, che è costretto ad affrontare anche gravi problemi di inquinamento (leggi anche Progettazione partecipata e sostenibilità per ricostruire Haiti). Per ogni custodia del telefono venduta un dollaro va a The First Mile Coalition, associazione che supporta i bambini sfruttati attraverso il lavoro minorile. Dalla sua fondazione nel 2016, la First Mile Coalition ha aiutato circa cinquanta bambini.
Attualmente sono quasi 400 le famiglie di Haiti ad avere come fonte primaria di reddito la raccolta dei rifiuti nella discarica Tritier. “Queste famiglie spesso affrontano la difficile decisione di coinvolgere i bambini in questo lavoro al fine di garantire la sicurezza economica e il benessere del nucleo familiare”, è spiegato sul sito reyuzecases.com dove si sottolinea che, al momento, ben 300 bambini vivono e lavorano nella discarica per assicurarsi una fonte di sopravvivenza.
Il fondatore e amministratore delegato di ReYuze Cases è Jack Foley, un diciottenne neodiplomato del Maryland. Foley ha dato vita alla startup con l’intenzione iniziale di combattere il marine litter e salvare gli oceani dalla plastica. Di recente, ha ridefinito il suo punto di vista e guardato in un posto che aveva bisogno del suo aiuto per rimuovere la plastica e la spazzatura: Haiti.
Foley ha così deciso di progettare custodie per cellulari che fossero robuste e flessibili, al prezzo di 10 dollari, utilizzando la plastica raccolta dalla comunità haitiana e fabbricando polietilene ad alta densità (HDPE).
>>Leggi anche Quando l’inquinamento da plastica rappresenta un rischio aziendale<<