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Pile e accumulatori industriali sempre meno raccolti

I numeri del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori mostrano che i volumi raccolti sono in calo. Merito delle batterie ricaricabili

pile e accumulatori
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Mentre le cifre per pile e accumulatori portatili continuano a crescere, quelle delle batterie industriali sono in forte discesa

(Rinnovabili.it) – Quasi 10.300 tonnellate di pile e accumulatori portatili raccolte nel 2022, con un aumento di 40 rispetto all’anno precedente. Continua la crescita del CDCNPA, il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, che negli ultimi 5 anni ha visto crescere la raccolta di questi piccoli oggetti di appena 800 tonnellate.

Cresce anche il numero di luoghi di raccolta iscritti al Centro in tutte le regioni italiane. Nell’anno appena trascorso sono passati da 11.296 a 12.818. Una nota del CDCNPA spiega che questo numero è significativo perché raggiunto “con un tasso di crescita pari a circa l’11-12% nelle macro-aree Nord e Centro, e al 18% nel Sud”.

Per le persone è ancora piuttosto raro trovare i luoghi di raccolta di pile e accumulatori portatili. Quelli più diffusi sono all’interno di esercizi commerciali che vendono questi oggetti nuovi, ma ormai esistono spesso anche centri gestiti dai Comuni o dalle aziende di gestione dei rifiuti urbani.

Perché cala la raccolta di pile e accumulatori industriali

Il numero preoccupante che invece evidenzia il rapporto del CDCNPA riguarda gli accumulatori industriali e quelli per veicoli. Nel 2022 sono state raccolte 125.835 tonnellate, registrando un calo di circa 30 mila tonnellate rispetto al 2021 e un crollo di 55 mila tonnellate rispetto a 5 anni fa. Il tutto mentre invece crescono gli accumulatori nuovi immessi sul mercato, pari a 397.350 tonnellate. La crescita delle auto elettriche aumenta in proporzione il tonnellaggio vista la dimensione delle batterie. Stesso discorso per le batterie destinate all’accumulo.

Non è chiaro se le quantità non assorbite dal CDCNPA vengano trattate da consorzi concorrenti, oppure se vi sia una riduzione netta nel paese. Una terza spiegazione è quella fornita dal presidente del Centro, Giuliano Maddalena: “Siamo sempre più testimoni in questi tempi di un cambio tecnologico importante, gli accumulatori ricaricabili”. Per Maddalena questi oggetti “stanno prevalendo sempre più sul mercato, e il loro ciclo di vita più ampio non permette di intercettare il rifiuto in maniera immediata, dilatandone i tempi di ritorno”. Se è davvero questa la ragione principale per il calo dei volumi gestiti, sarebbe tutto sommato una buona notizia.