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Per separare i metalli critici dai rifiuti elettronici basta la CO2

separare i metalli critici dai rifiuti elettronici
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Scalare questa tecnologia permette di separare i metalli critici dai rifiuti elettronici in modo economico

(Rinnovabili.it) – Un nuovo metodo sperimentato dall’Università di Toronto permette di separare i metalli critici dai rifiuti elettronici utilizzando la CO2. La tecnica utilizza l’anidride carbonica catturata dall’aria o da processi industriali per recuperare i metalli preziosi utilizzati nelle tecnologie verdi giunte a fine vita. Attraverso il riscaldamento e la pressurizzazione della CO2, il gas serra si trasforma in un fluido supercritico. In questo stato, può essere utilizzato per sciogliere ed estrarre metalli critici dall’ambiente circostante. Il grande vantaggio della CO2 è che non è necessario riscaldarla molto per avviare questa conversione: basta una temperatura di circa 30 gradi.

Il successo dell’esperimento, raccontato sulla rivista Inorganic Chemistry, può aprire nuovi orizzonti al riciclo delle batterie. Gisele Azimi, professoressa dell’Università di Toronto e Canada Research Chair for Urban Mining Innovations, ha guidato il team che ha collaborato con la Canadian Light Source, una struttura di ricerca dell’Università di Saskatchewan. Questa innovazione può rendere più facile ed economico separare i metalli critici dai rifiuti elettronici come accumulatori e turbine eoliche, sostengono i ricercatori. Nello specifico, hanno preso di mira i magneti al neodimio ferro boro (NdFeB), che contengono grandi quantità di elementi delle terre rare come neodimio, praseodimio e disprosio. Si tratta di materiali ampiamente utilizzati nelle turbine eoliche e nei veicoli elettrici

Il riciclo dei rifiuti elettronici è osservato con sempre maggior interesse per molte ragioni. Da un lato, offre una via efficiente per ottenere risorse fondamentali come i metalli critici e le terre rare. Nei RAEE si trovano infatti in percentuali tra il 20 e il 38%. In natura, invece, garantiscono concentrazioni dell’1-2% appena. Gli investimenti internazionali nel settore del recupero e riciclo sono in crescita, ma la quota rimessa in commercio è ancora insignificante.

Azimi e i suoi collaboratori ritengono la tecnica a base di CO2 promettente, e stanno lavorando per migliorarne la redditività. Prossime frontiere saranno il recupero dell’oro e del rame dai circuiti stampati.

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