Pellet di plastica riciclata, serve una normativa internazionale
(Rinnovabili.it) – Un team di scienziati svedesi e tedeschi ha condotto uno studio identificando e misurando la concentrazione di contaminanti nei pellet di plastica riciclata da 28 impianti di piccola scala nel sud del mondo. I rifiuti di plastica, infatti, vengono spesso esportati da paesi ad alto reddito verso paesi meno sviluppati, senza obblighi di denunciarne la composizione.
L’indagine ha riguardato strutture in Camerun, Mauritius, Nigeria, Tanzania e Togo in Africa. L’analisi è stata poi estesa a impianti in Asia, Europa e Sud America. Il risultato è preoccupante. Nei pellet di plastica riciclata sono stati identificati 191 pesticidi, 107 prodotti farmaceutici e 81 composti industriali. Molte di queste sostanze chimiche potrebbero essere pericolose e rendere la plastica inadatta al riutilizzo.
Migliaia di sostanze chimiche vengono utilizzate nella produzione di materiali e prodotti in plastica. Tante hanno proprietà pericolose per la salute, mentre per molte mancano dati certi. Quando questi materiali vengono riciclati, la composizione chimica risultante è spesso ampiamente sconosciuta. Può comprendere ftalati, bisfenolo e stabilizzanti UV. Il lavoro di ricerca svolto dal team europeo è quindi importante perché per fa avanzare la conoscenza sulla complessa composizione chimica associata alla plastica riciclata.
L’analisi ha fatto emergere la presenza di pesticidi, prodotti farmaceutici e aromi, prodotti chimici derivanti dalla combustione di materiali naturali e prodotti chimici organici artificiali utilizzati per applicazioni industriali come vernici e filtri ultravioletti. Il totale delle sostanze reperite è 491. Alcune si formano durante il processo di scomposizione della plastica negli impianti.
Oggi solo l’1% dei prodotti chimici utilizzati nella plastica è soggetto alla regolamentazione internazionale prevista dagli accordi ambientali multilaterali esistenti. Le politiche, quindi, non affrontano adeguatamente il problema del reporting trasparente delle sostanze chimiche presenti nella plastica lungo tutta la catena del valore. Peggio ancora, non esistono leggi che regolano il monitoraggio delle sostanze chimiche nei materiali riciclati. Parte della soluzione potrebbe essere l’approvazione di un Trattato globale sulla plastica ambizioso. L’ambizione però al momento è tutta da misurare. Per questo, le leggi nazionali potrebbero andare oltre il possibile quadro globale che si definirà nel 2024, migliorando l’analisi dei materiali da riciclare e la qualità del riciclo.