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Pechino ricicla gli oli usati con tecnologie italiane

Un accordo tra l’italiana Viscolube e la China Recycling Development Company permetterà il trasferimento tecnologico per il riciclo degli oli usati

Pechino chiede all’Italia le tecnologie per riciclare gli oli usati.(Rinnovabili.it) – Un altro pezzo di eccellenza italiana va a diffondere il verbo della rigenerazione degli oli usati nel resto del mondo. È il caso della lodigiana Viscolube, una delle aziende di punta del Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati) che, nel corso del 5° Italy-China Innovation Forum di Milano, ha firmato un accordo quadro di trasferimento tecnologico con China Recycling Development Co. Ltd, la più grande azienda di riciclaggio cinese. Tutto nasce dall’aumento della produzione industriale in Oriente, che sta mettendo nelle condizioni di acquistare l’automobile un numero sempre più alto di persone. Il problema ambientale che ne consegue è sempre più serio: lo si intuisce dalle ultime notizie sull’inquinamento di Pechino. Per tamponare la falla, almeno sul versante dello smaltimento degli oli usati, China Recycling Development ha deciso di guardare a chi nel mondo detiene il primato nelle tecnologie di riciclo di questo rifiuto pericoloso. Ecco perché non poteva che volgere lo sguardo verso l’Europa e l’Italia in particolare. Qui ha trovato ciò che cercava: un modello di raccolta e riciclaggio di olio usato capillare, con reti regionali efficienti e tecnologie all’avanguardia per la raccolta e la riraffinazione. L’azienda cinese adesso, grazie alla partnership con Viscolube, ha un piano che prevede importanti investimenti, nell’ordine complessivo di 750 milioni di euro. L’intenzione è costrure, entro il 2020, 10 impianti di raccolta e riciclaggio dell’olio usato, con una capacità annua di 1 milione di tonnellate.

 

«Questo importante accordo – esulta Antonio Lazzarinetti, amministratore delegato Viscolube – è frutto di una mirata attività commerciale e di promozione della nostra tecnologia, sviluppata nel corso dell’ultimo triennio. Finalmente la Cina è propensa ad affrontare la gestione degli oli usati in termini industriali e noi abbiamo l’eccellenza tecnologica per cogliere questa promettente sfida».

 

Il processo di rigenerazione di Viscolube è stato brevettato ed esportato in diverse parti del mondo: l’azienda infatti può vantare una produzione di basi lubrificanti rigenerate con caratteristiche uguali o addirittura superiori a quelle di prima raffinazione. Tale è la validità del processo, che l’azienda ha venduto il suo sistema anche a Paesi che hanno standard ambientali più elevati del nostro. In Italia possiede due impianti, a Lodi e Frosinone, che trattano 170 mila tonnellate di olio lubrificante l’anno.

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