(Rinnovabili.it) – Dai paraurti Toyota si ricava plastica per costruire nuove parti dell’auto. Così il colosso giapponese ha deciso di dare una seconda vita ai pezzi dei suoi veicoli che giungono a fine vita, nel tentativo di avvicinare il suo sistema di produzione al concetto di economia circolare.
Negli Stati Uniti, Toyota Motor Sales U.S.A. ha unito le forze con Boles Parts Supply (BPS) già nel 2014, lanciando il National Scrap Program. Esso aveva lo scopo di rifornirsi da tutti i produttori di auto Toyota nel Nord America, i quali potevano portare qui i paraurti incrinati durante il trasporto di auto nuove alle concessionarie oppure avviare a riciclo quelli delle auto a fine vita.
Una volta in possesso dei rottami, BPS li tritura fino a ottenere piccole palline di plastica. I pellets sono poi venduti a un fornitore che li reimmette nella catena produttiva come parte dei materiali utilizzati nei nuovi componenti in plastica per l’automotive.
Nel 2015, il programma è stato esteso ai centri di distribuzione ricambi di Cincinnati, Los Angeles, San Francisco e Portland. Questa mossa, oltre alla plastica trattata, ha più che raddoppiato la quantità di stoffa, schiuma, vetro e gomma riciclata, che ora si attesta a 45 tonnellate rispetto alle 20 prodotte nei primi 15 mesi di attività.
«Stiamo dando una seconda vita a quel che fino a poco tempo fa venivano considerati rifiuti e al contempo abbiamo aumentato di molto il nostro tasso di riciclaggio», ha spiegato Juliana Dee, responsabile del programma.
Negli Stati Uniti, Toyota sta cercando nuove strade per rendere i materiali utilizzati più ecologici direttamente alla fonte. Con Green Technology Systems Group sta studiando e impiegando materiali bio-based. Ad esempio materie plastiche a base biologica, derivate in tutto o in parte da materiali vegetali, in numerose componenti delle auto. Ad esempio, le si trova nei sedili dei modelli Prius, Corolla, Matrix e RAV4.