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Pacchetto Economia circolare: ecco i nodi da risolvere

Pacchetto Economia circolare: ecco i nodi da risolvere

 

(Rinnovabili.it) – A dicembre dello scorso anno l’esecutivo europeo ha presentato il suo Pacchetto Economia Circolare, una complessa lista di misure e provvedimenti che dovranno essere recepiti a livello nazionale dai Ventotto. Per contribuire al processo decisionale europeo con osservazioni sul merito delle proposte legislative, la Commissione ambiente del Senato ha deciso di promuovere una consultazione pubblica sul pacchetto di misure al fine di poter arricchire integrare le raccolte di pareri già avviate dalla Bruxelles in merito all’impatto delle politiche dell’Unione sul territorio nazionale. Alla consultazione hanno partecipato cittadini, autorità pubbliche, imprese, Università e centri di ricerca.

Le risposte ai quesiti – che vertevano su ciascuno dei cinque atti che compongono il pacchetto – sono state raccolte in un dossier presentato in questi giorni a Palazzo Madama alla presenza del Presidente del Senato, Pietro Grasso.

 

Dai pareri raccolti sono emersi alcuni profili di criticità nelle proposte della Commissione Europea, piccoli ma fondamentali nodi che fanno capo ad un bisogno di maggiore chiarezza.  Riflettori puntati su quella che vien definita una “attenzione non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa obbligatoria” e sulla “esigenza di maggiore chiarezza nelle definizioni, con particolare riferimento a quelle di rifiuti urbani, sottoprodotti ed end of waste”. Chiarimenti sono richiesti anche in relazione ai profili attuativi, sul ruolo dei soggetti coinvolti nell’economia circolare, soprattutto in relazione alla responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione.

 

Criticità sono state evidenziate anche nei profili applicativi delle proposte del pacchetto: si va dalla mancanza di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti alla scarsa operatività del Sistri, dalla obsolescenza di alcune disposizioni alla limitazione della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non omogenei a livello territoriale per finire con la scarsa chiarezza del quadro informativo, “tale da ingenerare difficoltà per i cittadini nella gestione dei rifiuti”.

 

Con riferimento al pacchetto nel suo complesso inoltre sono state segnalate le seguenti possibili integrazioni:

– inserimento a livello europeo dell’obiettivo di incremento del 30% nell’efficienza dell’uso delle risorse al 2030;

– inserimento nei cd.”semestri europei”3 di indicatori sul consumo delle risorse;

– obiettivi legalmente vincolanti di riduzione nella produzione dei rifiuti urbani, commerciali, industriali e alimentari;

– divieto di conferimento in discarica entro il 2030;

– divieto di incenerimento entro il 2020, salvo che per rifiuti non riciclabili e non biodegradabili.

 

“Si tratta di una bellissima iniziativa democratica  portata avanti dal Senato italiano, su un tema fondamentale per l’ambiente e l’economia, – ha commentato l’eurodeputato Giovanni La Via presente a cui è stato consegnato il dossier– e sono contento di aver rappresentato in questa sede il Parlamento europeo, presso cui mi farò portavoce di quanto illustrato oggi”.

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