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Olio lubrificante usato: ora si conosce meglio

Olio lubrificante usato: ora si conosce meglio.(Rinnovabili.it) – Quanto ne sanno gli italiani sul corretto smaltimento di olio lubrificante usato? A giudicare da quanto è emerso dalla ricerca Legambiente-Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU), condotta da Lorien Consulting, abbastanza: la consapevolezza dei cittadini sui rischi derivanti da una cattiva gestione di questo rifiuto pericoloso è aumentata, grazie anche alle attività di sensibilizzazione promosse dal Consorzio in 30 anni di attività. Ma oltre alla sensibilizzazione dei cittadini, è necessaria anche quella delle Istituzioni, soprattutto quelle locali, responsabili dell’idoneità delle soluzioni offerte nei territori.

 

A commentare i dati emersi dall’indagine è il Direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU, Antonio Mastrostefano:

Gli Italiani sono piuttosto bene informati sui rifiuti pericolosi (39%) e in particolare sui lubrificanti usati (31%), dati molto confortanti soprattutto se consideriamo che la moderna tecnologia di progettazione dei motori e i piani di manutenzione degli autoveicoli sempre più vincolati alla validità della garanzia, rendono sempre più “inconsapevoli” le persone di quello che c’è dentro il cofano motore, lubrificante incluso. Sempre più di rado si sente dire vado a cambiare l’olio alla macchina, ma piuttosto porto la macchina a fare il tagliando. Il fatto quindi che la gente sappia di lubrificanti usati e dei potenziali rischi che potrebbero derivare da un loro smaltimento improprio, ci rende particolarmente soddisfatti perché vuol dire che abbiamo saputo catturare l’attenzione di un ampio segmento di audience che non necessariamente nutriva un diretto interesse verso di noi.

 

La consapevolezza su cosa siano i rifiuti pericolosi e la volontà di intraprendere un percorso virtuoso per ottimizzare la differenziata valgono anche per il rifiuto olio usato?

L’olio lubrificante usato non è un problema che assilla quotidianamente tutte le famiglie; anzi, a parte coloro che lo conoscono per motivi professionali, riguarda poche persone che fanno il cambio dell’olio per passione motoristica o per contenere i costi di manutenzione del proprio mezzo. Quello che sorprende, positivamente, del lusinghiero risultato della ricerca è che il livello e la qualità dell’informazione che viene assimilata dalla gente non nasce dalla necessità di risolvere un problema impellente di smaltimento di un rifiuto pericoloso, ma dalla crescente consapevolezza che la difesa dell’ambiente è un dovere il cui esercizio va a beneficio delle generazioni che verranno.

 

In che modo e attraverso quali strumenti è cambiata negli anni la percezione di questo particolare rifiuto-risorsa?

Paradossalmente il problema legato allo smaltimento dell’olio usato è molto più sentito oggi rispetto a qualche anno fa, quando si andava in officina a cambiare l’olio molto spesso, ogni 5.000km o sei mesi. Il merito della diffusione di un modello di vita virtuoso è legato a vari fattori: la quotidiana ribalta occupata dalle notizie sui disastri ambientali, la preoccupazione per un utilizzo scriteriato delle risorse, il desiderio di vivere in un mondo più sereno, ma anche più pulito. A tale riguardo, la comunicazione può svolgere un fondamentale ruolo di catalizzatore dell’attenzione verso argomenti legati alla sostenibilità e la comunicazione ambientale in particolare deve indirizzare l’interesse della gente verso rischi reali o potenziali riguardanti il nostro habitat, senza sottrarsi all’obbligo di suggerire soluzioni. Questo è lo spirito che guida e che ha sempre orientato le attività di comunicazione del nostro Consorzio: richiamare l’attenzione della gente sul problema degli oli lubrificanti usati e quindi per estensione di tutti i rifiuti, con l’obiettivo di far crescere una consapevolezza ambientale di ampio respiro.

 

Il Direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU, Antonio Mastrostefano.Quali sono, se ci sono a suo avviso, le falle di sistema su cui sarebbe necessario intervenire?

La sensibilità ambientale delle persone sembra essere molto più matura rispetto alle risposte che il territorio può offrire. Facciamo l’esempio dei centri di raccolta comunali (CRC). La diffusione della raccolta differenziata e di quella porta-a-porta ha reso consapevoli i cittadini che il corretto smaltimento dei rifiuti attraverso una raccolta differenziata di qualità, può produrre un flusso economico capace di coprire del tutto o in parte i costi derivanti dalla raccolta stessa. I CRC dovrebbero offrire ai cittadini non una soluzione, ma “la” soluzione ai problemi di smaltimento di rifiuti non gestibili attraverso la raccolta differenziata stradale o porta-a-porta. È un vero peccato che su circa 8.100 comuni italiani solo 3.100 hanno istallato i CRC sul proprio territorio e di questi solo 1.300 sono autorizzati alla raccolta dell’olio lubrificante usato. Lo sconcerto poi aumenta se si considera che il 68% dei CRC sono in servizio al Nord, mentre solo il 13% al Centro e il 19% al Sud. Le responsabilità delle istituzioni locali emergono in modo inequivocabile: è inutile sensibilizzare le persone se poi il territorio non offre idonee soluzioni.

 

Quali sarebbero, invece, i vantaggi derivanti da un corretto riciclo dell’olio lubrificante usato?

La quasi totalità dell’olio lubrificante usato viene riciclato: il 90% presso gli impianti di rigenerazione dove si producono basi lubrificanti di qualità, mentre la parte restante, non trattabile, viene utilizzata come combustibile nei cementifici. Circa il 25% dei lubrificanti venduti in Italia proviene dal comparto della rigenerazione; ciò significa che vengono prodotte quasi 100.000 tonnellate all’anno di lubrificanti di qualità a partire da un rifiuto, riducendo per di più in modo significativo le importazioni di petrolio.

 

Sulla base dei risultati emersi dalla ricerca, su quali strategie si orienterà in futuro l’attività del Consorzio?

La nostra storia è costruita sui risultati; la ricerca di Lorien Consulting dimostra che il nostro lavoro non è passato inosservato all’opinione pubblica. Questa constatazione ci porta a continuare il nostro lavoro con lo stesso entusiasmo di sempre. Raccogliere ogni anno il 97% di un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato e riciclarlo quasi completamente, per noi rappresenta un incitamento a mirare al 100%. Ritenere che questo obiettivo sia impossibile da raggiungere non fa parte neanche lontanamente del nostro modo di pensare.

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