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Nuovo Regolamento Batterie, quali sfide per la catena del valore?

Il nuovo Regolamento UE per il ciclo di vita sostenibile delle batterie è pronto a rivoluzionare la filiera europea portando con sé sfide ed opportunità. Se ne è parlato ad Ecomondo 2022 nell’evento organizzato da Erion Energy, attraverso uno studio dedicato e il contributo diretto di chi ha lavorato alla stesura delle norme

Nuovo Regolamento Batterie
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(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea si appresta a varare uno dei provvedimenti più ambiziosi al mondo in materia di economia circolare ed energy storage. Parliamo del nuovo Regolamento sulle Batterie, un pacchetto di norme nate per garantire che pile ed accumulatori immessi nel mercato comunitario siano sostenibili, efficienti e sicuri durante l’intero ciclo di vita.

Un intervento unico nel suo genere che alza l’asticella dell’impegno europeo per assicurare che la transizione energetica viaggi allo stesso ritmo della tutela ambientale. Delle nuove misure, degli obiettivi e delle sfide ad essi connessi, se ne è discusso il 9 novembre ad Ecomondo 2022. La celebre piattaforma dell’economia circolare è stata il palco perfetto per il convegno organizzato da Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori. L’appuntamento ha approfondito gli aspetti clou del nuovo Regolamento Batterie e della sua attuazione. Ma soprattutto ha fornito un interessante faccia a faccia con chi quelle norme le ha elaborate cercando di conciliare le esigenze della sostenibilità con quelle della competitività.

Come spiegato in apertura dalla Direttrice generale del Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica, l’ing. Silvia Grandi, il tema sta impegnando quotidianamente anche il Governo italiano “Siamo dietro, in supporto alla rappresentanza, a tutti i gruppi di lavoro impegnati a seguire l’adozione in Consiglio del Regolamento, l’attività è complessa e il tema è ricco di novità”.

Il punto di partenza per analizzare tali novità? La ricerca redatta per conto di Erion Energy da Federico Magalini, Director Sustainability Services UK & Italy della società di consulenza dss+, dal titolo “Il Regolamento europeo sulle batterie e le sfide per la catena del valore”. Il paper rappresenta un compendio essenziale per poter avere un quadro chiaro della normativa, dei nuovi target, dei futuri sviluppi e del ruolo che ogni stakeholder è chiamato rivestire.

Un mercato unico per le batterie

“Perché un Regolamento Batterie quando eravamo già tutti abituati alla Direttiva europea in vigore dal 2006 (e recepita in Italia nel 2008)?” ha chiesto retoricamente Federico Magalini. Perché esistono tuttora dei problemi nel settore. Dalle inefficienze connesse al recepimento dei singoli Paesi, alle difficoltà del mercato di muovere i flussi di materiale, passando per le nuove problematiche legate all’approvvigionamento delle materie prime critiche. 

Ecco perché la Commissione UE ha deciso di cambiare radicalmente e passare ad un Regolamento, uno strumento diverso ma che favorisce l’uniformità dell’approccio a livello europeo”, spiega Magalini. Uno strumento impostato su una nuova base giuridica, ossia l’articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (ex Articolo 95 del TEC) dedicato alle misure del mercato unico.

Dall’altra parte per una potenza come l’Unione europea che sta investendo tanto nella transizione ecologica, ma che oggi produce solo una piccolissima parte dei materiali necessari a sostenerla, creare un mercato interno per le tecnologie chiave, batterie in primis, è essenziale. Essenziale per il buon fine della transizione stessa ma anche per la competitività delle sue imprese e la sicurezza energetica.

Le novità del Regolamento europeo Batterie 

“La cosa che preferisco – prosegue l’esperto – è che il nuovo Regolamento Batterie offre un approccio realmente integrato: ci sono importanti novità non solo per i produttori ma anche per gli altri soggetti che partecipano alla filiera”. Il provvedimento nasce, infatti, con l’obiettivo di regolare l’intero ciclo di vita delle batterie, incentivando un nuovo modello circolare. Un impegno su cui l’Europa risulta ancora indietro. Ogni anno vengono immesse nel mercato comunitario 2.500.000 tonnellate di pile ed accumulatori e generata una quantità quasi simile di rifiuti. Numeri che sono destinati a crescere anche sotto la leva della mobilità elettrica. Eppure, ad oggi il tasso di ritorno è sotto il 45%. Per l’Italia la raccolta differenziata di pile portatili esauste si è fermata al 30% nel 2021, quella delle batterie industriali e dei veicoli al 40%.

Uno degli interventi più ambiziosi introdotti con il nuovo Regolamento riguarda proprio i tassi di raccolta al 2025 e 2030. Ma il provvedimento apre anche le porte a precisi target di recupero dei materiali, a livelli obbligatori e crescenti di contenuto riciclato nella produzione, specifiche chiare per gli obblighi di responsabilità estesa del produttore, due diligence della filiera. E ancora: classi di performance dell’impronta di carbonio e soglie massime di carbonio a cui vincolare l’immissione sul mercato, requisiti di durabilità, nuove etichette e un passaporto digitale per le batterie dei veicoli industriali ed elettrici. 

Tra sfide ed opportunità 

“Ci sono novità per tutta la filiera”, sottolinea Magalini. “Ovviamente il produttore rimane la pietra angolare del sistema […] ma anche i consorzi sono elementi fondamentali nella gestione del processo”. E non solo perché continueranno il loro lavoro ma anche “perché assicureranno la compliance per conto dei produttori. C’è una leggera stretta anche per quanto riguarda le vendite on line. Da questo punto di vista è importante ricordare come Erion sia già oggi impegnata su tale fronte attraverso un accordo di programma con il Ministero e Amazon”. I consorzi, spiega l’analista, avranno anche l’opportunità di sviluppare una serie di nuovi servizi per i produttori e PMI in relazione alla fornitura di dati per il passaporto digitale, e in particolare quelli inerenti al trattamento del fine vita. 

Per il sistema Paese, invece, la principale sfida individuata dalla ricerca, oltre ovviamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di raccolta, riguarderà la realizzazione di infrastrutture per il recupero delle materie prime critiche. “Oggi in Italia non ci sono impianti che trattano batterie per il recupero di materiali su larga scala”. Ma un’attenzione particolare dovrà essere rivolta anche alla nuova capacità produttiva e al controllo della filiera. Gli elementi su cui puntare secondo l’esperto sono: rapidità di azione e scelte condivise.

L’iter europeo e l’attuazione nazionale

“Si tratta di una proposta innovativa per tanti motivi. Non solo è la prima volta che si è regolamentato un prodotto in tutte le fasi della vita, ma è anche la prima volta che le due Direzioni Generali, Ambiente da una parte e Industria dall’altra, hanno concepito un regolamento insieme. Si tratta di un bell’esercizio che si può replicare in tante altre filiere”. Lo spiega nel corso dell’evento Mattia Pellegrini, Capo unità della Direzione Generale Ambiente alla Commissione Europea, approfondendo i motivi di questa revisione normativa. “La vecchia Direttiva aveva delle limitazioni: trattava solo il fine vita del prodotto escludendo tutte le condizioni ex ante, e solo le batterie portatili”, lasciando fuori i flussi più importanti di oggi, ossia le batterie industriali e dei veicoli elettrici. La proposta è stata presentata dall’Esecutivo UE nel 2020 ed oggi è in mano ai co-legislatori.

L’ultimo trilogo si è svolto l’11 ottobre 2022. “Ci potrà essere un accordo politico a dicembre di quest’anno (presumibilmente il 9) – rivela Pellegrini – e poi la finalizzazione a inizio 2023. Quindi condivido pienamente con l’autore dello studio che non bisogna perdere tempo perché non è una direttiva ma un regolamento che entra immediatamente in vigore”. Ovviamente ci sono diverse tempistiche e “ai governi – aggiunge Magalini – è stata data un po’ libertà di recepire alcuni articoli in modo indipendente”.

“La tante sfide che ci troveremo ad affrontare non ci spaventano, anzi ci incentivano a sostenere sempre di più i nostri Produttori, ad aiutarli ad adottare i numerosi requisiti introdotti dal Regolamento e nel facilitare la loro comunicazione con gli altri attori del sistema (come, ad esempio, gli impianti di trattamento)”, ha dichiarato Laura Castelli, Direttrice Generale di Erion Energy. “In particolare, come Consorzio saremo chiamati a raggiungere nuovi e più ambiziosi obiettivi di raccolta entro il 2030: 70% per le pile portatili e 54% per le batterie per mezzi di trasporto leggeri (LMT)”.

In collaborazione con Erion