Le apparecchiature elettriche ed elettroniche che arrivano a fine vita potrebbero circondare l’Equatore, mentre il riciclo dei RAEE è al 22%
Il rapporto dell’Istituto di ricerca delle Nazioni Unite sul riciclo dei RAEE mostra uno scenario grave
(Rinnovabili.it) – Non è una novità che il riciclo dei RAEE proceda più a rilento dell’accumulo dei rifiuti stessi. Ma come l’hanno raccontata i ricercatori delle Nazioni Unite fa impressione. Produciamo talmente tanti di questi scarti che potremmo farci il giro dell’equatore. E il riciclo perde terreno. Nel 2022 i ricercatori calcolano una generazione di 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, contenenti metalli preziosi come rame e oro. Ma solo il 22% di questi rifiuti viene correttamente gestito.
Da dove arriva questa montagna di RAEE? Secondo il dossier dell’UNITAR, L’Asia produce la metà dei rifiuti, dove pochi paesi hanno leggi sul settore o obiettivi di raccolta. I tassi di riciclo e raccolta superano il 40% in Europa, dove la produzione di rifiuti pro capite è più alta: quasi 18 kg.
L’impatto maggiore sulle persone più povere
L’accumulo dei RAEE presenta rischi ambientali e per la salute umana, ma per molti nei paesi in via di sviluppo, raccogliere e vendere rifiuti elettronici è un modo per guadagnare. Così le persone più indigenti si trovano anche ad essere le più esposte a dispositivi che possono contenere sostanze nocive. Gli impianti di riciclo offrono un’alternativa più sicura, ma sono necessarie leggi e infrastrutture adeguate.
I ricercatori sottolineano l’importanza di affrontare questo problema con normative valide per incentivare la raccolta e il riciclo. Occorre anche fornire supporto e formazione ai lavoratori informali del settore dei rifiuti.
“Il riciclo dei RAEE non soddisfa più dell’1% della domanda di terre rare”, si è rammaricato Kees Baldé, primo autore del rapporto . “In poche parole, il business as usual non può continuare. Questo nuovo rapporto rappresenta una richiesta immediata di maggiori investimenti nello sviluppo delle infrastrutture, di una maggiore promozione della riparazione e del riutilizzo, di un rafforzamento delle capacità e di misure per fermare le spedizioni illegali di rifiuti elettronici. E l’investimento si ripagherebbe ampiamente”.