NEW-RE, il progetto di recupero di terre rare
(Rinnovabili.it) – A Ceccano, in provincia di Frosinone, aprirà un nuovo impianto di recupero di terre rare. L’investimento di 3,6 milioni di euro da parte dell’EIT Raw Materials porterà all’apertura di uno stabilimento che, nelle previsioni, dovrebbe recuperare il 99% delle terre rare da RAEE e auto elettriche.
Il progetto sarà gestito da un consorzio coordinato da Erion e cui partecipano Itelyum, le aziende di pretrattamento di rifiuti TREEE e GlobEco, l’Università dell’Aquila e la Katholieke Universiteit Leuve, esperte in economia circolare, e OSAI Automation System S.p.A. (Ticker OSA), società che progetta e produce macchine e linee per l’automazione e il testing dei superconduttori.
RE- NEW vuole rispondere alla necessità di recupero di terre rare
Le terre rare sono alla base delle componenti di prodotti strategici per la transizione ecologica come pannelli fotovoltaici, batterie per lo stoccaggio di energia rinnovabile e motori elettrici. Secondo le stime la domanda di queste materie nel prossimo quinquennio crescerà al punto da superare l’offerta e – da quanto riportato da Adamas Intelligence – continuando a questi ritmi presto ci troveremo in una situazione di scarsità. Considerando che per produrre un’auto elettrica servono tra i 2 e i 5 kg di magneti permanenti e viste le previsioni di crescita dell’automotive entro il 2030, la domanda di terre rare sarà decuplicata entro la fine del decennio: occorre costruire un sistema di economia circolare che punti al recupero e al riuso di questi minerali, contribuendo a migliorare la catena del riciclo. È lo scopo di NEW-RE, che ambisce ad aumentare il recupero di terre rare tra cui il Neodimio con l’apertura di un impianto a Ceccano (FR). Il progetto ha richiesto un investimento di 3,6 milioni a opera dell’EIT Raw Materials, la piattaforma dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia. L’impianto in apertura tratterà circa 20 tonnellate di magneti permanenti, arrivando al recupero del 99% delle terre rare. L’investimento UE va nella direzione di alzare la percentuale comunitaria di riciclo che, attestandosi all’1%, è ancora troppo bassa.
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Nell’impianto di Ceccano verranno trattatati hard disk e motori elettrici giunti a fine vita, con un metodo ad alta efficienza che produce una quantità molto bassa di residui liquidi e non ne lascia di solidi. Contemporaneamente verrà messa in campo la progettazione e sperimentazione di un sistema di smontaggio dei magneti dagli hard disk semi-automatizzato, così da garantire al processo un importante risparmio di tempo rispetto a quello manuale.