NextChem ribalta il tradizionale approccio nel riciclo della plastica partendo dalle esigenze dell’industria e realizzando un impianto di Upcycling tra i più avanzati d’Europa. La tecnologia MyReplast permette di chiudere il gap tra polimeri riciclati e polimeri vergini
(Rinnovabili.it) – “Se vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, preservare il nostro ambiente naturale e rafforzare la competitività della nostra economia, la nostra economia deve diventare pienamente circolare”. Così a marzo 2020, il Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal, Frans Timmermans, annunciava l’adozione del nuovo Piano d’Azione UE per la circular economy. In questo rinnovato sforzo europeo per “chiudere il cerchio”, uno degli imperativi sarà inevitabilmente ridurre i rifiuti. Il piano dell’esecutivo europeo intende mettere l’accento, tra le altre cose, sulla necessità di convertire gli scarti in risorse di elevata qualità che beneficino di un mercato delle materie prime secondarie efficiente.
In Italia c’è già chi si è portato avanti su questo fronte, con una nuova soluzione “circolare” e orientata alla domanda del mercato. Parliamo di NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimont, che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie per la transizione energetica.
L’azienda è proprietaria di una tecnologia che trasforma i rifiuti di plastica in nuovi prodotti con caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche tali che siano in grado di sostituire polimeri vergini di origine fossile.
Il procedimento è chiamato “Upcycling”. A differenza del riciclo semplice che si limita a dare ai rifiuti una forma che ne permette il riutilizzo (“Downcycling”) in prodotti più “poveri”, l’Upcycling restituisce alla plastica recuperata le caratteristiche originali di un materiale vergine, aumentandone così il valore sia ambientale che economico.
L’obiettivo di NextChem è ribaltare l’approccio tradizionale nella gestione rifiuti partendo dalle esigenze del mercato a valle, per arrivare ad una materia prima seconda ad alta sostenibilità e in grado di soddisfare le esigenze del mercato.
MyReplast Upcycling: il futuro della plastica riciclata
Molte delle attuali tecnologie per il riciclo della plastica hanno infatti un problema non indifferente: il prodotto finale non ha più le proprietà della materia prima originale. Pertanto, i nuovi polimeri non possono essere impiegati per fabbricare beni sofisticati o pezzi con particolari caratteristiche meccaniche.
Per risolvere questi problemi NextChem ha brevettato la tecnologia MyReplast, un processo che permette di migliorare le prestazioni del materiale in uscita attraverso una fase di compounding in cui prodotti vengono formulati in base alle richieste del cliente.
In Italia, lo stabilimento industriale di riferimento per questa tecnologia si trova a Bedizzole, in provincia di Brescia. L’impianto è gestito da MyReplast Industries, controllata di NextChem, ed è attualmente uno dei più grandi e avanzati in Europa. Vanta una capacità produttiva di circa 40.000 tonnellate di polimeri riciclati l’anno, un quantitativo pari al consumo di plastica di un milione di persone. Ma, soprattutto, permette di risparmiare 270milabarili di petrolio all’anno, evitando di emettere in atmosfera 8.500 tonnellate di CO2 nello stesso periodo.
All’interno della struttura, l’Upcycling della plastica avviene attraverso un processo a tappe che parte dalla selezione. I rifiuti in entrata sono suddivisi in frazioni separate a seconda della tipologia di polimero, in modo da avere un flusso controllato che faciliti le fasi successive. Seguono macinazione, lavaggio e selezione cromatica. Le scaglie finali vengono quindi trasformate attraverso tecnologie di estrusione e compounding dotate di sistemi di filtrazione e degassaggio. In questo modo è possibile ottenere la massima purezza e qualità delle materie plastiche.
I vantaggi della tecnologia MyReplast di Upcycling
Vi sono pochi ma fondamentali punti che fanno di MyReplast Upcycling un gioiello delle moderne “tecnologie circolari”. Innanzitutto, l’elevata flessibilità. Il processo consente di trattare varie tipologie di rifiuto plastico in ingresso, sia nell’ambito del post-consumo industriale che di quello urbano (raccolta differenziata).
Altra caratteristica degna di nota: l’efficienza di riciclo, pari a circa il 95 per cento. Il segreto per ottenere una resa così elevata consiste anche nella “selezione avanzata” dei rifiuti in ingresso, attraverso sensori ottici potenziati.
Infine, la qualità del prodotto finale. I polimeri riciclati possiedono eccellenti proprietà chimico-fisiche e sono disponibili in scaglie di colore selezionato e in granuli colorabili o personalizzabili. Si tratta di caratteristiche essenziali per avvicinarsi ai mercati “premium” ad alto valore aggiunto, colmando l’attuale divario qualitativo tra plastica riciclata e plastica vergine. Inoltre, potendo gestire l’intero processo, dal rifiuto proveniente dai centri selezione al compound finale, MyReplast Industries è in grado di garantire anche la perfetta tracciabilità della materia prima seconda.
“Il riciclo della plastica richiede un profondo know-how di processo e un livello alto di competenze nel campo della chimica, per poter garantire uno standard elevato di qualità e dei prodotti fatti su misura per applicazioni specifiche” dichiara Vincenzo Accurso, Chief Operating Officer di NextChem. “L’alleanza con un fornitore leader di tecnologie è fondamentale per ottenere processi e impianti che soddisfano esigenze specifiche. Collaborazioni ed alleanze sono la chiave per accelerare la transizione alla circolarità della plastica e per sprigionare il massimo del valore dai rifiuti plastici. Lo sviluppo congiunto facilita l’accelerazione dello sviluppo di tecnologie mentre allo stesso tempo ne socializza i costi ed i rischi”.
Secondo NextChem sono circa 40 gli impianti di questo tipo, con capacità intorno ai 40mila tonnellate annue ciascuno, che servirebbero in Italia per reimmettere nel sistema produttivo in una logica circolare i volumi di rifiuti plastici di questa tipologia che attualmente non vengono riciclati. 200 quelli che servirebbero in Europa.
L’approccio di NextChem è totalmente innovativo in quanto è un “full recycling” economicamente efficiente. Un approccio che consente di applicare una visione imprenditoriale, non ancorata a interventi di sostegno pubblico, ma volta a considerare il rifiuto come risorsa, che ha un valore. Il modello di business di NextChem sull’Upcycling prevede infatti un acquisto del rifiuto a monte e una vendita del prodotto a valle, in un quadro economico profittevole. Un sistema in cui l’economia circolare diventa economia di mercato, a tutti gli effetti, che produce valore per chi la pratica.